I traffici di droga del clan Pillera Puntina: ordinato l'arresto

I traffici di droga del clan Pillera Puntina: ordinato l’arresto

Ma il provvedimento per Cristaldi è sospeso

CATANIA – È ritenuto uno dei trafficante di marijuana, hashish e cocaina della cosca dei Pillera Puntina. Avrebbe fatto da corriere della droga, partendo alla volta di Napoli per pagare la droga acquistata da loro e dal clan Cappello. Ora Francesco Cristaldi, 52enne di Gravina già arrestato per traffico di droga nel febbraio del 2022, è accusato anche di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

La quinta sezione penale del Tribunale di Catania ha accolto il ricorso dei sostituti procuratori Assunta Musella e Fabio Platania e del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. Per Cristaldi è stato ordinato il carcere con questa accusa, dunque, associazione finalizzata al traffico di droga, nell’ambito dell’inchiesta Doppio Petto. Il provvedimento ad ogni modo è sospeso nell’attesa che si pronunci, se la difesa impugnerà il provvedimento, la Cassazione.

Il verdetto

I giudici della quinta sezione, presieduta da Giuliana Sammartino, ricordano l’episodio in questione, quando Cristaldi fu perquisito mentre tornava dalla Campania e la perquisizione personale diede esito negativo. Peccato per lui che poi scattò una perquisizione pure a Gravina, a casa sua, dove fu trovava la droga. Dopo l’arresto, gli appartenenti al gruppo dei Pillera Puntina si sarebbero messi in moto per aiutarlo.

Avrebbero contattato alcuni suoi familiari e chiesto notizie su di lui, sugli effetti personali che gli venivano portati in carcere e su cosa fare per recuperare l’auto sequestrata nelle fasi dell’arresto. Un’assistenza, in pratica, a tutti gli effetti.

Il “legame solidaristico”

Scrivono i giudici, in pratica, che deve “ritenersi con alto livello di probabilità razionale che non solo l’attività associativa proseguiva in data successiva al 10 febbraio 2022 ma che il legame solidaristico di Cristaldi si protraeva dopo l’arresto, nella misura in cui riceveva assistenza materiale e consigli legali”.

A dare questi consigli per interposta persona, tramite un familiare, sarebbe stato Francesco Ieni, fratello di Dario e figlio di Giacomo. Dario, per la Dda, avrebbe preso in mano le redini del clan dopo la morte del padre. Mentre Francesco avrebbe comandato il gruppo di trafficanti. Questa ovviamente è la tesi dell’accusa. Ma va detto che il gip aveva respinto l’ordinanza per associazione mafiosa anche a carico dei due Ieni, e che pure sul punto pende un ricorso della Dda.


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