Sei aggressioni, follia negli ospedali | “Viviamo in un clima di terrore”

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13 Aprile 2018, 12:58

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PALERMO – Una follia senza fine negli ospedali di Palermo e provincia. Dall’aggressione all’equipe di Chirurgia pediatrica all’ospedale dei Bambini è un’escalation di violenza nelle strutture sanitarie: ultime, in ordine di tempo, le due aggressioni ad un infermiere del Civico, finito nel mirino stanotte. I medici si sono barricati in una stanza, lui è rimasto ferito al volto, colpito dal padre di una paziente che aveva fatto accesso in un’area dove non è consentita la presenza degli utenti.

“L’ennesimo caso che rende il nostro lavoro ormai impossibile – dicono dal pronto soccorso dell’ospedale palermitano – e in cui l’unica speranza, ormai, è quella di tornare a casa sani e salvi”. Un’atmosfera tesa, dove a farla da padrone è la paura. “Siamo ormai terrorizzati – proseguono – non c’è più alcun equilibrio. Dopo la scia di episodi che ha coinvolto gli altri ospedali, anche qui al Civico si è scatenato il caos. Una sorta di caccia all’uomo che ha reso per l’ennesima volta terribile le ore trascorse nell’area di emergenza”.

E’ il sesto caso in pochi giorni a Palermo. Dopo l’aggressione ai medici del Di Cristina, infatti, è stata la volta della violenza scatenata negli uffici Anagrafe dell’Asp di Carini. In quel caso una dipendente è stata presa a calci e pugni e poi trascinata per i capelli. Pochi giorni prima, un’infermiera dell’ospedale di Partinico era stata colpita alle spalle e al petto da un utente. Un clima considerato dal commissario dell’Asp Antonino Candela “inaccettabile e frutto dell’ostilità nei confronti degli operatori che lavorano con professionalità e grande scrupolo”.

A distanza di poche ore, un altro medico è finito nel mirino. Era di turno al reparto di Chirurgia del Cervello quando è stato affrontato dal parente di un paziente che in osservazione, attendeva di essere trasferito: è stato preso a colpi di casco. E risale soltanto a domenica l’aggressione ai danni di operatore socio sanitario all’ospedale Cervello, picchiato mentre distribuiva i pasti. Aveva invitato i familiari ad allontanarsi perché il reparto era in sovraffollamento, ma è stato improvvisamente colpito alla testa ed ha riportato la lesione alla membrana del timpano.

“E’ una situazione più che mai critica – spiega Massimo Geraci, consigliere e referente regionale per le aree di emergenza del sindacato medico italiano Anaao Assomed – nei confronti della quale non sono più sufficienti le manifestazioni di solidarietà o le considerazioni sui problemi socio culturali, che non cambiano da un giorno all’altro. Viviamo in un clima di terrore, dove non c’è più spazio nemmeno per i rapporti interpersonali. Un clima di sopravvivenza, provocato soprattutto da disagi strutturali e carenze del personale che si ripercuotono inevitabilmente sui servizi offerti. Coi sindacati chiederemo presto un incontro in Prefettura, sono necessari provvedimenti straordinari volti a fronteggiare eventi altrettanto straordinari e di pura emergenza. Questa escalation di aggressioni non è più tollerabile”.

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“Ieri al pronto soccorso dell’ospedale Civico – racconta Geraci – ho trovato una persona che teneva sotto minaccia psicologica i miei colleghi e gli operatori. Non è possibile che gli agenti di polizia non possano allontanare queste persone perché non c’è la flagranza. Servono regole d’ingaggio diverse per garantire la sicurezza in questi delicati posti di lavoro dove si svolge servizio pubblico. Quanto succede nelle aree di emergenza non è dovuta alla sola inciviltà di chi vi accede – aggiunge – Le aggressioni e le minacce continue sono determinate da un aumento esponenziale degli utenti che sono costretti a rivolgersi alle aree di emergenza. Alla base delle continue aggressioni ci sono scelte politiche. Se le aree di emergenza sono pensate per accogliere cento e invece ne arrivano mille pazienti è quasi fisiologico che si verifichino ogni giorno queste situazioni. Bisogna decongestionare l’emergenza ampliando i posti letto per i ricoveri. Solo questa è la strada per riportare la serenità nei pronto soccorso”

In campo scende anche la Fials-Confsal: “Chiediamo l’autorevole intervento dell’assessorato Regionale della Salute ed ai direttori generali o commissari, in quanto datori di lavoro – dice Vincenzo Munafò, segretario provinciale -. Li richiamiamo alle loro responsabilità per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, mettendo in campo tutti i mezzi consentiti dalla legge affinché i protagonisti di questi atti vandalici, contro il personale, debbano essere assicurati alla giustizia in flagranza di reato e per interruzione del pubblico servizio, con immediato ammanettamento da parte delle forze dell’Ordine che intervengono sul posto, affinché possano servire da monito ad altre teste calde incentivate a gesti di emulazione. Sollecitiamo il prefetto a promuovere un incontro del comitato per l’ordine pubblico con all’ordine del giorno “la sicurezza negli ospedali palermitani”.

Oggi la direzione dell’azienda ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello ha inoltre inviato all’assessore regionale alla Salute una nota sull’attuale emergenza sociale: “Il fenomeno assume per la crescente frequenza connotati francamente preoccupanti per il personale sanitario che svolge quotidianamente con competenza e dedizione compiti delicati e faticosi con gradi variabili di responsabilità individuale, già gravati dalle fragilità attuali del sistema sanitario regionale, cui pure si sta ponendo progressivamente rimedio. La direzione aziendale sente la necessità di esprimere la sua vicinanza a operatori che, oltre che stanchi e impegnati, possono oggi sentirsi addirittura minacciati nella loro integrità fisica. Questo livello di malessere – proseguono – non può e non deve essere accettato dalla nostra società, ma rappresenta al contrario un tema su cui riflettere con attenzione. Non dobbiamo commettere l’errore di considerare gli ospedali fortezze da blindare con presidi di tecnologia crescente e metodi di sorveglianza sempre più sofisticati. Né basta lamentarsi del fatto che la riorganizzazione delle Forze dell’ordine abbia portato con sé la riduzione fino all’abolizione dei posti fissi di Polizia nei nostri Presidi Ospedalieri. All’opposto riteniamo che l’analisi condivisa nei giorni scorsi anche dall’assessore alla Salute Ruggero Razza ponga il dibattito su un piano assai più appropriato e possibilmente efficace”. Si prosegua pure a puntare il dito contro le Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie se questo può servire a soddisfare istinti o addirittura interessi faziosi. Ma ciascuno di noi stasera, in uno spazio privato, provi a fare l’esercizio di ripensare a questi temi per capire cosa possiamo fare per migliorare la nostra sanità”.

Con una nota è intervenuto anche il commissario dell’Arnas Civico e vicepresidente Fiaso, Giovanni Migliore: “Due aggressioni in una sola notte, altre cinque nel giro di un paio di settimane, un clima di tensione e paura che rende ormai difficile lavorare con serenità e garantire un servizio adeguato agli utenti. Siamo in piena emergenza, ma a volte ci sembra di lottare da soli una battaglia che dovrebbe coinvolgere tutti a 360 gradi. Il primo episodio si è verificato all’ingresso dell’area triage intorno alle 21.30 e a farne le spese sono stati alcuni medici e infermieri che sono stati minacciati verbalmente e aggrediti fisicamente per fortuna senza riportare ferite. Nella seconda, invece, un infermiere è stato ferito al volto e ha riportato escoriazioni, mentre un medico e un altro infermiere, inseguiti e minacciati, sono stati costretti ad abbandonare l’area di assistenza con i pazienti in trattamento ed interrompere il servizio, mentre gli addetti alla sicurezza, con il contributo delle forze di polizia, si adoperavano per allontanare l’aggressore che si era introdotto senza alcun titolo o permesso nell’area del pronto soccorso.

“Ancora una volta denunceremo i fatti alla Procura della Repubblica ma oltre alla solidarietà incondizionata, servono misure straordinarie, purtroppo anche drastiche. Abbiamo realizzato una nuova e moderna struttura dedicata all’emergenza, assicurato la dotazione organica completa con 170 unità di personale, e abbiamo inoltre un servizio di filtro degli accessi con guardie armate h24 per evitare che nessuno, escluso i pazienti, varchi la soglia dell’area del pronto soccorso. Contestualmente, però, considerata la recrudescenza di episodi di violenza, voglio lanciare un appello perché sia affrontato il problema della sicurezza nei luoghi di cura che passi anche attraverso modifiche normative. Anche per questo abbiamo chiesto l’intervento della federazione nazionale delle aziende sanitarie e, contestualmente, solleciteremo l’impegno delle associazioni dei pazienti. Serve un deterrente. A mio avviso è ormai necessario che siano adottati provvedimenti straordinari per tutelare il diritto alla salute”.

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13 Aprile 2018, 12:58

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