Piano giovani, a tre società | sei milioni per la gestione - Live Sicilia

Piano giovani, a tre società | sei milioni per la gestione

Formez, Italia Lavoro e Sviluppo Itali dovranno occuparsi dell'assistenza e del monitoraggio del Piano.

Il restroscena
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PALERMO – Sei milioni di euro. Una torta che il governo regionale ha deciso di suddividere a tre società per il “rafforzamento della gestione, del monitoraggio e della valutazione”. E che serviranno per “dare una mano” ai dipendenti regionali. Ai quasi ventimila dipendenti regionali, ai quali si aggiungono gli oltre settemila delle società partecipate, esclusi i tanti esterni-esperti che da anni navigano nel mare del “pubblico”. Già, perché con la Priorità 8 del Piano giovani, le società Formez, Italia Lavoro e Sviluppo Italia dovranno “assicurare il miglioramento della capacità gestionale dell’amministrazione regionale e favorire processi di internalizzazione delle competenze”. E ancora, le tre aziende dovranno “garantire una valutazione periodica del Piano volto a migliorare la qualità, l’efficacia e la coerenza degli interventi previsti rispetto alla strategia e all’attuazione del Piano stesso”.

Sei milioni. Quasi equamente distribuiti. Al Formez, infatti, è destinata dal Piano, rimodulato recentemente, lo scorso 5 agosto, una quota di 2,09 milioni. In questo caso, l’azienda dovrà occuparsi delle più classiche attività di “assistenza tecnica, supporto ai tavoli di confronto tra i diversi livelli di governo, affiancamento e rafforzamento delle strutture regionale incaricate del Piano”. Poco meno, 2,049 milioni di euro, invece, andranno a Sviluppo Italia. L’azienda, in questo caso, dovrà occuparsi del monitoraggio di una sola delle priorità del Piano: “Prima impresa giovani” (31,1 milioni di euro).  Dovrà svolgere le stesse attività di monitoraggio, una società finita al centro delle recenti polemiche, con tanto di finanziamento da 5 milioni revocato dal dipartimento Formazione e Istruzione. Oltre a quello stanziamento, però, Italia Lavoro è destinataria di un’ulteriore somma da 1,9 milioni di euro. In particolare, la società che fa capo al Ministero del Lavoro dovrà occuparsi del monitoraggio delle linee che riguardano gli interventi per i “giovani professionisti” (30 milioni di euro di investimenti), “giovani in impresa” (i famigerati tirocini, vittima del ‘flop day’, stanziamento da 19,25 milioni), il “rafforzamento del sistema dell’apprendistato” (sei milioni di euro), e il “miglioramento della governance del mercato del lavoro” (3,1 milioni di euro).

Ma su quest’ultima società, si addensano i dubbi, legati proprio alla recente decisione della dirigente Anna Rosa Corsello di revocare, polemicamente, un finanziamento da 5 milioni di euro (la maggior parte dei quali da utilizzare per gli stipendi degli esperti esterni), dopo il fallimento del cosiddetto “click day”. La società, dal canto suo, ha definito illegittimo quel provvedimento. Ma non solo. L’azienda, con una nota attraverso la quale ha ribadito la propria estraneità ai fatti del 5 agosto, ha annunciato di “avere dato pieno mandato ai suoi legali per presentare un ricorso al TAR e al Consiglio di Stato rispetto agli atti delle ultime ore, al fine di ristabilire la verità e tutelare l’attività di Italia Lavoro in Sicilia”. Un ricorso che però potrebbe rischiare di compromettere anche questo ulteriore finanziamento. Come è noto, infatti, il governo Crocetta ha, a più riprese, posto come “paletto” all’erogazione di Fondi regionali, l’”assenza di liti o contenziosi” nei confronti della stessa Regione. Una norma utilizzata, ad esempio, nel campo della Formazione (e, a dire il vero, ‘censurata’ dal Tar) con la quale si prevedeva anche il mancato accreditamento per quegli enti che avessero avanzato un ricorso contro la pubblica amministrazione. Così, ecco a rischio gli altri due milioni di Italia Lavoro. A meno che il governo non decida, cambiando idea ancora una volta, di lavorare al fianco di un’azienda che nel frattempo ha deciso di portare la Regione in tirbunale.



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