"Serve una nuova generazione di cristiani impegnati in politica"

“Serve una nuova generazione di cristiani impegnati in politica”

"Un cantiere per Catania". Il documento dell'Arcidiocesi in vista del voto di maggio che ridarà un sindaco alla Città.

CATANIA. “Una nuova generazione di laici cristiani impegnati, è ciò di cui ha urgente bisogno la politica”. Si scrive politica, ma si legge Catania. Questo è uno dei passaggi finali del documento dall’Arcivescovado a firma del coordinamento Non possiamo tacere, dal titolo “Un Cantiere per Catania. Organizzare insieme la speranza: Discernimento di alcuni laici cattolici, adulti e giovani, dell’Arcidiocesi di Catania”. Uno strumento preparato in vista del prossimo voto amministrativo e che fa il paio con il documento redatto per la tornata del 25 settembre scorso. 

Una nuova generazione di cristiani impegnati in politica

Si legge ancora: “Auspichiamo che, nell’imminente competizione elettorale, siano presentati volti nuovi, non solo esteriormente o anagraficamente, ma anche nuovi dentro, perché alla base di un rinnovamento politico ci deve essere sempre un rinnovamento etico personale. Particolare attenzione e spazio devono essere dati ai giovani”.

L’analisi sulla città è tra le più dure. “Catania sembra immersa nel buio della notte: stanca, sfiduciata e rassegnata. Eppure essa vive una condizione di dicotomia. Da una parte l’umiliazione patita per il dissesto finanziario, l’assenza di un Sindaco da oltre 12 mesi, il degrado ambientale, che è sotto gli occhi di tutti, la diffusa illegalità, l’aumento della devianza minorile, la disoccupazione, la povertà economica, educativa e abitativa, l’abbandono che dalle periferie si estende al centro.  Dall’altra parte, invece, Catania vive una straordinaria opportunità, rara, in quanto destinataria di numerosi e ingenti finanziamenti e investimenti pubblici e privati, che dovrebbero proiettarla in una dimensione di crescita complessiva.” 

E ancora: “In questo clima così particolarmente delicato, lo stesso commissariamento dell’Amministrazione comunale, e poi le note vicende che ne sono seguite, ci consegnano, purtroppo, l’immagine di una Città che ha bisogno sempre più di un concreto progetto di futuro, di stabilità di governo e di una compartecipazione di responsabilità nelle scelte politiche pubbliche”. 

Accendere la speranza

“In vista delle prossime scadenze elettorali – si legge – sentiamo il dovere di non rimanere alla finestra ma di condividere con tutti una parola capace di accendere la speranza nel cuore di tutti”. 

Un documento analitico, ma allo stesso tempo esortativo. Pragmatico e luminoso. “Catania deve puntare sullo spirito indomito, ed ironico allo stesso tempo, dei suoi abitanti per ricucire le parti di tessuto urbano segnato da diseguaglianze ed emarginazione, per curare e sanare la piaga della devianza e dell’abbandono scolastico dei ragazzi, per espellere il ‘cancro’ della violenza e della criminalità comune e mafiosa”. 

L’invito della Chiesa Catanese è al fare, insomma. “La Città si prenda cura più adeguatamente degli emarginati, dei poveri, dei disabili, degli anziani, dei dimenticati e delle donne abbandonate e oggetto di violenza, segua e promuova puntualmente le attività economiche, commerciali, artigianali e produttive, affianchi e acceleri la realizzazione di innovativi insediamenti industriali che potrebbero alleviare la ‘piaga’ della disoccupazione soprattutto giovanile”.


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