Siccità in Sicilia, dal Palermitano al Nisseno: dove scattano i razionamenti

Siccità in Sicilia, dal Palermitano al Nisseno: dove scattano i razionamenti

Cosa ha deciso la cabina di regia coordinata da Salvo Cocina

PALERMO – In Sicilia è corsa contro il tempo per evitare nuovi pesanti razionamenti, soprattutto a Caltanissetta, Enna ed Agrigento. Ci sono due importanti invasi quasi a secco, Fanaco e Ancipa, tutt’intorno una selva di Comuni che si preparano ad affrontare nuovi tagli nell’erogazione.

La cabina di regia coordinata dal capo della protezione civile Salvo Cocina si riunisce ogni giorno. Tra le emergenze, sta monitorando l’andamento della riduzione di pressione nel palermitano, l’ipotesi è quella di fermare l’erogazione per alcune ore in determinati quartieri, ma le situazioni peggiori si trovano tutte nel cuore della Sicilia.

Parola d’ordine: salvaguardare turismo ed attività essenziali.

Il Piano nel Palermitano

La cabina di regia ha stabilito, con i vertici di Amap, un nuovo piano di razionamento per alcuni comuni palermitani. La turnazione dell’erogazione “per l’eccezionalità degli eventi di crisi che si stanno affrontando, riveste anche carattere sperimentale e potrà essere suscettibile di eventuali modifiche in relazione alle attività di monitoraggio del servizio di erogazione e alla disponibilità delle riserve idriche accumulate ai serbatoi comunali”.

Per esempio a Mezzojuso l’erogazione nel distretto alto avverrà il lunedì, il giorno successivo in quello ‘basso’. Il mercoledì e il giovedì blocco della distribuzione di acqua per accumulare acqua nei serbatoi.

Turnazioni anche a Capaci, “a giorni alterni”, la cittadina è stata divisa in distretti.

A Torretta il centro storico ‘parte alta’ riceverà l’acqua dalle 7.30 alle ore 9.00; la parte bassa dalle 9.00 alle 11.30. E ancora, lunghissimo l’elenco delle vie interessate dai razionamenti. Situazione simile a Piana degli Albanesi, con i distretti individuati in base ai serbatoi di alimentazione.

La cabina di regia è al lavoro anche su possibili razionamenti a Camporeale.

Ancipa, nuova croce su Caltanissetta ed Enna

In ballo ci sono due nuove riduzioni della portata delle condutture in 30 giorni, le più aspre degli ultimi tempi: 120 litri al secondo dal 1 agosto e altrettanti dalla metà o fine di agosto per l’acqua fornita dalla diga Ancipa. Si tratta di una delle principali risorse per l’approvvigionamento idrico della Sicilia orientale, che interessa numerosi Comuni tra Caltanissetta ed Enna, oltre ad alcune località del Catanese.

Siciliacque, la società di sovrambito che gestisce alcuni importanti invasi siciliani, analizza i dati:
“A seguito di tali riduzioni – ipotizzano i componenti della cabina di regia – la portata consegnata a Enna passerebbe da 155,5 l/s a 108,85 l/s, (-46,65 l/s) e poi a 63lt/s, mentre la portata consegnata a Caltanissetta passerebbe da 163,6 l/s a 114,52 l/s (-49.08 l/s) e poi a 65 l/s”.

Dal punto di vista pratico si tratta di una riduzione di circa il 60% nell’arco di trenta giorni.

Le nuove turnazioni

L’Ati che gestisce il servizio idrico di Enna prospetta che, in base alla prima riduzione, ci saranno turnazioni di 3/4 giorni o 2/7 giorni per ricevere l’acqua nei 15 Comuni che dipendono dall’Ancipa. Con la seconda riduzione dovrebbero ulteriormente allungarsi i tempi di attesa per l’acqua, ma su questo punto l’Ati “non si esprime”, non è semplice fare una previsione così dura.

Le preoccupazioni per il Nisseno

Caltacqua spiega che, grazie ai lavori eseguiti sotto il cordinamento della cabina di regia, Mazzarino e Serradifalco sono più svincolati dalla rete dell’Ancipa. Con le nuove riduzioni si passerà da 4/5 giorni per ricevere l’acqua a 9/10 giorni per San Cataldo e da 2/5 giorni a 9/10 giorni per Caltanissetta.

Per evitare ulteriori problemi, i vertici della società stanno valutando l’utilizzo di alcuni pozzi abbandonati. Ma Cocina non è soddisfatto perché sollecita questi interventi da fine giugno: non voleva che si arrivasse a fine luglio col rischio dei rubinetti vuoti. Su questo anche Schifani era stato categorico.

La preoccupazione di Cocina

Il direttore della protezione civile non vuole perdere tempo, spinge per definire prima possibile le quantità di acqua da erogare. “Siciliacque consegnerà dall’acquedotto Ancipa – stabilisce la cabina di regia -, circa 100 lt/sec al gruppo comuni Enna e circa 125 lt/sec al gruppo comuni Caltanissetta con riduzioni pari a circa 55,5 lt/sec per gruppo En e 39 lt/sec per gruppo Cl”.

Con la seconda riduzione, Caltacqua spiega che l’acqua potrebbe arrivare nelle case dei Comuni serviti dall’Ancipa ogni 20 giorni.

Il fronte agrigentino

Altro fronte critico è quello agrigentino. L’arcivescovo Alessandro Damiano ha invitato i cittadini a “pregare per il dono della pioggia” e il sindaco di Sciacca Fabio Termine ha lanciato un attacco ai vertici Aica, la società che gestisce il servizio idrico, accusandoli di “dirottare”, verso altri Comuni le riserve prelevate nel territorio che amministra.

Il primo cittadino lamenta quella che definisce “gravissima situazione derivante dall’insufficiente servizio di erogazione dell’acqua ai cittadini saccensi e l’ulteriore difficoltà di avere informazioni sui turni, che vengono continuamente rinviati”. Rinvii che, per Termine, scaturiscono da “informazioni non veritiere o senza alcuna motivazione”. Non si contano le lamentele e i momenti di tensione, col rischio che si concretizzi una vera e propria guerra dell’acqua tra territori confinanti.

Le parole del direttore di Aica

Claudio Guarneri, direttore di Aica, prova a gettare acqua sul fuoco, ma ci tiene a fare alcune precisazioni, rispondendo proprio al sindaco Termine: “Purtroppo qualche sindaco pensa, anche per problemi politici con i cittadini – dice a LiveSicilia – che l’acqua del proprio territorio sia a esclusivo uso di quel Comune. Ma così non è, perché tutta l’acqua che abbiamo dalle nostre fonti è a beneficio di tutta la popolazione dell’ambito”.

Il direttore di Aica conferma che una parte dell’acqua diffusa ai vari Comuni provenga da Sciacca, ma in quell’area “le turnazioni sono di gran lunga inferiori”.

Le criticità della costa

I Comuni del litorale agrigentino sono serviti dalla condotta Favara di Burgio, al centro di numerosi lavori, e subiranno una riduzione di circa il 25% dei flussi: le turnazioni d’acqua in alcune località potranno avvenire ogni 15 giorni.

“A Sciacca – precisa ancora Guarneri – ci sono turnazioni da 2 a 7 giorni, ma la cittadina ha una rete idrica fatiscente. Noi abbiamo trovato tutta una serie di pozzi ed entro il 15 agosto avremo circa 150 litri/secondo di acqua in più”.

Agrigento e il Fanaco

L’esaurimento dell’invaso Fanaco ha provocato turnazioni di 15 giorni, “per esempio a Ravanusa”, conferma il direttore di Aica, che aggiunge: “In alcuni casi ovviamo con le autobotti, ma la situazione è pesante. Speriamo di riuscire a rendere almeno sopportabile la situazione, noi ci concentriamo principalmente sulle aziende turistiche, in modo da non fare soffrire la carenza idrica, sugli ospedali, e le Rsa”

Ad Agrigento l’acqua arriva ogni 7 giorni circa in alcune località, come Montaperto. “Il fabbisogno sarebbe di 220 litri al secondo – spiega Guarneri – ma Agrigento ha a disposizione 170 lt al secondo. Purtroppo sembra una cosa indicibile, ma questa terra è abituata a questi turni”.

I vertici di Aica confidano nei nuovi appalti per il rifacimento delle tubature colabrodo: circa il 50% dell’acqua si disperde per le condotte fatiscenti. I lavori dovrebbero iniziare a settembre, importo 37 milioni di euro.

L’acqua che sparisce nel Catanese

Situazione critica alla Piana di Catania, dove gli agrumeti rischiano di andare distrutti, con danni incalcolabili per tutta la filiera. Il direttore di Confagricoltura e il presidente Giosuè Arcoria hanno scritto al governatore Schifani lanciando un appello per la diga di Ponte Barca, che si trova a Paternò ed è fondamentale per “migliaia di aziende agricole – si legge nel documento – che danno lavoro a migliaia di persone, generando un indotto economico importantissimo a livello regionale e nazionale”.

Il sospetto degli agricoltori è che qualcuno prelevi nottetempo l’acqua che si raccoglie nell’invaso dirottandola, attraverso il Simeto, “verso alcune aziende agricole, in maniera del tutto illegale”.

In questo modo, le aziende servite dal consorzio di bonifica 9 restano a secco.
“Confidiamo nella Sua sensibilità – scrivono a Schifani – e nel Suo impegno per trovare una soluzione rapida ed efficace a questa grave problematica che rischia di compromettere il futuro dell’agricoltura catanese”.

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