Cara Elly Schlein, cosa pensa del disastro Pd in Sicilia?

Cara Schlein, cosa pensa del disastro Pd in Sicilia?

Cosa ne pensa la neo-eletta del partito regionale?
ALLA SEGRETARIA DEI DEMOCRATICI
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Cara segretaria dei democratici, appena eletta – auguri – Elly Schlein (la foto è tratta dalla sua pagina Facebook), cosa ne pensa del disastro del Pd in Sicilia? Scusi la domanda a bruciapelo, mica vogliamo mancare di rispetto… Anzi, pensiamo che chiedere chiarezza sia un atto rispettosissimo del suo ruolo e della passione che ha mostrato in una difficile campagna per le primarie.

La sua vittoria – valutabile secondo parametri opposti – ha comunque ridato entusiasmo a un popolo in attesa di un’anima condottiera per la traversata nel deserto. Ma ci sono questioni aperte su cui non si può sorvolare. E siamo sicuri che lei non sorvolerà, perché l’idea è questa: che ci sia una polpa all’occorrenza dura, nella sua pratica quotidiana dei sorrisi e degli abbracci.

Cominciamo dall’assunto. Il Pd siciliano è un disastro. Non le sembri una osservazione imprudente, segretaria. Basta guardare i due tremendi esiti elettorali delle amministrative di Palermo e delle regionali. Nel primo caso, il centrosinistra – democratici in testa – ha mandato alla sbaraglio Franco Miceli, il garbato residuato politico di un tempo che fu. Nel secondo caso, ancora peggio: la cortese Caterina Chinnici, a prescindere dalla diaspora grillina, si è dimostrata una candidata molto al di sotto del carisma belligerante che la situazione avrebbe suggerito. Risultato? Il centrodestra regna a Palazzo d’Orleans, come a Palazzo delle Aquile.

Simili patatrac non dovrebbero fare riflettere solo perché si è perso. Infatti, provengono da un contesto ben preciso che li ha resi ineluttabili. Dal tessuto inerte di un partito che, qui più che altrove, non riesce a coinvolgere quasi nessuno. Non entusiasma i suoi giovani, perché si aggrappa al ceto politico in gran parte vetusto che compone la sua identità. Non parla – per sintetizzare – ai sogni e ai bisogni delle persone. Non accende forme di appartenenza e, quando governa, commette più errori che buone azioni.

Si può ripartire da un’autocritica franca e non preconcetta? Cosa ne pensa, segretaria Schlein? O sarà sufficiente una riverniciatura di nuovo per coprire le magagne di sempre? Da siciliani legati agli esiti di ogni politica, quindi interessati a partiti regionali che funzionino, a prescindere dalla collocazione, speriamo proprio che non si verifichi la seconda ipotesi. (Roberto Puglisi)


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