Sicilia, l'Antimafia dei brindisi: la tv, l'apparenza e la sostanza - Live Sicilia

Sicilia, l’Antimafia dei brindisi: la tv, l’apparenza e la sostanza

Il selfie con lo spumante, il testimone dei festini in "esclusiva" alle Iene. Le registrazioni in un comunicato stampa Mediaset

PALERMO – In Sicilia la nuova commissione Antimafia rischia la sindrome di “instagram”, folgorata dall’apparire, più che dall’essere. Quello che sta accadendo, nell’indifferenza degli esponenti di maggioranza e opposizione, stressati dal fiume di prebende che stanno piazzando in finanziaria, rischia di violare le regole. O perlomeno il buonsenso.

Ed è così che, in una terra bagnata dal sangue delle vittime della mafia, con un livello di corruzione che non ha precedenti, appare semplicemente “ridicolo” il selfie con il brindisi e lo spumante, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, fatto dalla commissione Antimafia.

Le registrazioni nel comunicato stampa Mediaset

Ma l’intervista a Le Iene, con tanto di “rivelazione esclusiva” sui festini – presunti – “con esponenti delle forze dell’ordine e il boss dei boss”, del vulcanico Ismaele la Vardera, necessita una riflessione. Non perché Ismaele non abbia dimostrato, nel passato, di essere bravo e coraggioso; non perché non stia dimostrando di avere stoffa anche per fare il politico: ma adesso, da vicepresidente di un organo istituzionale, deve rispettare il suo nuovo ruolo. Le registrazioni acquisite dal Vicepresidente La Vardera, diffuse da Mediaset con un comunicato stampa, pongono anche un interrogativo sul futuro: siccome non c’è in corso – forse – la seconda puntata del bel film sulle elezioni a Palermo, le nuove audizioni le spostiamo direttamente su una tv privata? Facciamo una serie televisiva? Tra l’altro i volti in cerca d’autore non mancano, domani a Castelvetrano, dove l’Antimafia sarà in trasferta, arriveranno anche i parruccheri? E se i cameraman avessero un imprevisto, si bloccherebbero i lavori? GUARDA IL VIDEO DELLE IENE

Partiamo dalle regole

L’unico faro, analizzando un fatto delicato, è rappresentato dalle leggi. La commissione regionale Antimafia è stata istituita nel 1991 e i suoi compiti sono stabiliti in modo chiaro. Deve “vigilare ed indagare sulle attività dell’amministrazione…in ordine a possibili infiltrazioni e connivenze mafiose e di altre associazioni criminali similari; sulla regolarità delle procedure e sulla destinazione dei finanziamenti erogati…; verificare la congruità della normativa vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri nella Regione, formulando proposte di carattere legislativo, amministrativo ed organizzativo…”; “assumere iniziative di indagine e proposta per il migliore esercizio delle potestà regionali….”. Poteri investigativi La commissione Antimafia ha poteri investigativi enormi. Può “promuovere inchieste e ispezioni”, “disporre l’audizione di pubblici amministratori…”, “richiedere la presentazione di documenti”. Insomma, è un organo istituzionale e investigativo a tutti gli effetti. La Commissione Antimafia regionale ha il potere di esercitare addirittura funzioni di inchiesta e di vigilanza “di propria iniziativa”, ma anche “su segnalazione di enti privati o singoli cittadini, previa certa identificazione, vagliandone preliminarmente, in tal caso, l’attendibilità”. Insomma, è un organo istituzionale e investigativo a tutti gli effetti.

Il caso “Iene”

Ma cosa deve fare, un componente dell’Antimafia, quando scopre qualcosa per “ragioni di ufficio o di servizio”? È obbligato “al segreto su fatti, atti e documenti per i quali la commissione stabilisce che non debbano essere divulgati anche in relazione alle esigenze delle inchieste”. E queste regole si applicano “in ogni caso per tutte le attività della commissione che riguardino in tutto o in parte i privati”. È quindi possibile, per un vicepresidente della commissione Antimafia, che scopre l’esistenza di un presunto testimone di “festini a base di cocaina con Messina Denaro”, andare a sbandierare in televisione ogni particolare, testimonianza compresa, diffondendo i dialoghi integrali? È possibile farlo proprio mentre la magistratura sta indagando sull’attendibilità del testimone e sulle circostanze oggetto del racconto? Potrebbe essere anche “possibile” in punta di diritto, di fatto è avvenuto, in una assopita assemblea regionale. Ma nessuno potrà toglierci dalla testa che, dal brindisi all’intervista “esclusiva”, l’Antimafia siciliana stia sbagliando. (direttore@livesicilia.it)


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