PALERMO – Il messaggio da Roma a Palermo è pressoché univoco. “Nessuna forzatura” nonostante il doppio incidente di percorso ai danni di Fratelli d’Italia: il ko sul ddl ‘salva-ineleggibili’ all’Ars e le nomine della sanità varate in una Giunta senza gli assessori meloniani. Passano le ore e così la ventilata crisi di governo in Sicilia va lentamente rientrando. Troppo alta la posta in gioco per un partito che a Roma non intende disturbare l’alleato Forza Italia e che vuole concentrarsi sul test delle Europee. Va da sé che anche a Palermo le tensioni con il governatore Renato Schifani, giocoforza, dovranno rientrare. La ‘distensione’ non è ardua, anche perché sono diversi i deputati del gruppo parlamentare guidato da Giorgio Assenza a ribadire fiducia al progetto di governo.
FdI in rotta con Sammartino
Non sarà così, però, per i rapporti con il vice presidente della Regione Luca Sammartino. In casa FdI monta il malcontento contro l’esponente della Lega per il suo attivismo in aula contro la legge ‘salva-ineleggibili’. Ruggini che arrivano da lontano: fin dalle lunghe trattative per le variazioni di bilancio e la Finanziaria. Fratelli d’Italia sembra intenzionata a chiedere un segnale a Schifani: la revoca della delega assegnata a Sammartino per la cura dei rapporti con il Parlamento. Un modo, nelle intenzioni di FdI, per “arginare il protagonismo” del vice presidente della Regione.
Il rapporto tra FdI e Schifani
In casa FdI, quindi, i bollori del mercoledì folle vissuto tra Palazzo dei Normanni e Palazzo d’Orleans sono destinati a raffreddarsi. I massimi vertici romani, interpellati la sera stessa del patatrac all’Ars, hanno chiesto pazienza. Il rapporto tra i meloniani dell’Ars e il presidente della Regione resta in piedi nonostante le incomprensioni di mercoledì. Voci provenienti dalla pancia di Palazzo dei Normanni danno atto al governatore “dell’impegno profuso” a difesa delle richieste avanzate dall’alleato nel corso del vertice di maggioranza che aveva preceduto l’aula. Davanti all’atteggiamento “di correttezza” di Schifani, gran parte dei deputati sembrano disposti a sorvolare anche sulla vicenda delle nomine della sanità varate senza che Fratelli d’Italia avesse la possibilità di proporre gli aggiustamenti dell’ultimo minuto.
Gli affari di famiglia in FdI
Un atteggiamento di prudenza non condiviso da tutti, in realtà. Una consistente minoranza aveva chiesto a Roma una linea più dura rispetto a quanto accaduto mercoledì. Nessuno ha mai pensato realmente al ritiro degli assessori “ma lo smacco – rimarca uno dei falchi meloniani a taccuini chiusi – è stato gravissimo e un segnale agli alleati va dato”. Un modo per mostrare i muscoli e non rischiare di apparire deboli agli occhi degli altri partiti del centrodestra alla vigilia di una tornata elettorale importantissima. E proprio l’atteggiamento da adottare nei confronti degli alleati nelle prossime settimane sarà uno degli elementi sul tavolo nella partita tutta interna ai meloniani di Sicilia. Affari di famiglia da risolvere, quindi. In ballo c’è il controllo di un partito potente ma che al momento vede una cabina di regia in tandem Palermo-Catania, con due coordinatori (Giampiero Cannella e Salvo Pogliese) e nessuna leadership regionale.