07 Agosto 2024, 06:30
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PALERMO – Il mini-rimpasto è chiuso ma sul tavolo del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, restano ancora dei dossier aperti. Dalle nomine dei direttori sanitari e amministrativi nelle aziende della sanità pubblica regionale alla scelta relativa alla vicepresidenza della Regione. Sullo sfondo, inoltre, restano le aspettative del mondo centrista che ha dato una mano a Forza Italia alle ultime elezioni europee.
Oggi è in programma l’ultima seduta dell’Ars prima del rompete le righe per la pausa estiva ma sarà comunque un agosto intenso per il governatore. Massima attenzione da parte di Palazzo d’Orleans sulla siccità, che tra l’altro sarà al centro del dibattito d’aula. Schifani intende seguire passo dopo passo l’andamento degli interventi messi in campo dalla cabina di regia per mettere una pezza alla grande sete della Sicilia.
Saranno anche giorni di riflessione per quanto riguarda la seconda infornata di nomine nella sanità. Da metà giugno i commissari degli enti del servizio sanitario regionale hanno i galloni di direttori generali ma la loro azione amministrativa è rimasta inevitabilmente frenata dalla mancata nomina dei due bracci operativi delle aziende: direttori sanitari e amministrativi.
Due figure per le quali la Regione ha già selezionato gli elenchi dei papabili. Sono 57 gli idonei per l’incarico di direttore amministrativo, 65 quelli per il ruolo di direttore sanitario. I manager avrebbero dovuto nominarli entro 15 giorni ma una successiva direttiva assessoriale ha allargato i tempi. Ad ogni modo, sembra che non tutte le tessere del puzzle siano al loro posto.
Le uniche nomine effettuate finora sono state quelle dei policlinici di Palermo e Messina. Nel capoluogo l’incarico di direttore sanitario è andato ad Alberto Firenze, mentre per la direzione amministrativa la dg Maria Grazia Furnari ha scelto di confermare Sergio Consagra. Al ‘Gaetano Martino’ il dg Giorgio Giulio Santonocito ha confermato la direttrice amministrativa Elvira Amata, soltanto ominima dell’assessora al Turismo, e il direttore sanitario Giuseppe Murolo.
Il mini-rimpasto si è chiuso, invece, con le nomine di Giusy Savarino al Territorio e ambiente e Salvatore Barbagallo all’Agricoltura. “Esigenze interne di sostituzione chieste dai partiti”, ha osservato il governatore che però all’Economia ha sostituito il forzista Marco Falcone con un tecnico, Alessandro Dagnino.
Nessun rimescolamento di deleghe, con la partita della vicepresidenza che resta aperta: “Se ne riparlerà con calma, dopo l’estate”, ha tagliato corto Schifani incontrando i cronisti all’Ars nel giorno del giuramento di Savarino e Barbagallo, che hanno preso il posto di Elena Pagana e Luca Sammartino nelle due staffette interne a Fdi e Lega.
La carica di vice presidente, rimasta nelle mani di Sammartino fino alle dimissioni del leader della Lega dalla giunta regionale, sembrava destinata all’assessore all’Energia Roberto Di Mauro, in quota Mpa. In questo caso ad Alessandro Aricò, assessore alle Infrastrutture che può vantare un discreto feeling con Schifani, andrebbe invece un altro ruolo informale che fu di Sammartino, quello di gestire i rapporti con l’Ars. Lo scenario, però, potrebbe non essere definitivo, come lascerebbe pensare il rinvio annunciato da Schifani, anche perché gli autonomisti sembrano avere perso interesse alla cosa.
La Lega ha sostituito Sammartino con un tecnico d’area come Barbagallo e non chiederà la conferma della vicepresidenza, anche perché il suo unico assessore prettamente politico rimasto, Mimmo Turano, non è mai entrato in sintonia con Palazzo d’Orleans. Il Carroccio, tuttavia, spera nel ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame che ha confermato la sospensione dai pubblici uffici per Sammartino, rimasto invischiato in una inchiesta della procura di Catania che gli contesta due casi di corruzione.
La decisione del Riesame ha inevitabilmente accelerato il cambio della guardia tra Sammartino e il suo ex consulente all’assessorato di viale Regione Siciliana ma una eventuale decisione favorevole della Cassazione riporterebbe il deputato catanese, presente al giuramento di Barbagallo all’Ars, al fianco di Schifani in Giunta. I tempi, in questo caso, li detta la giustizia e a dicembre potrebbero esserci novità.
Per questo sono in tanti a pronosticare un nuovo mini-rimpasto a cavallo tra il 2024 e il 2025. L’eventuale rientro di Sammartino indebolirebbe la posizione di Turano, mentre Fratelli d’Italia potrebbe cedere sulla sostituzione dell’attuale assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato.
Della partita potrebbe essere anche l’area centrista, con il ritrovato asse tra Totò Cuffaro e Saverio Romano. La Dc e Noi Moderati hanno portato in dote a Forza Italia un discreto pacchetto di voti alle ultime elezioni europee con la candidatura di Massimo Dell’Utri e attendono che i tempi siano maturi per un rimescolamento delle carte.
Maurizio Lupi e Romano hanno stretto un patto formale con Forza Italia per le elezioni europee e Noi Moderati giocherà la sua partita su scala nazionale ma è chiaro che i centristi guardano con interesse alla Sicilia. Autunno, inoltre, potrebbe essere la stagione dei cambiamenti anche all’Ars, dove è partita la caccia ai deputati. la stessa Dc punta ad aumentare il suo peso specifico con nuovi ingressi.
Tutti sanno che l’eventuale secondo round del rimpasto si giocherà anche sui numeri dei gruppi parlamentari a Sala d’Ercole. Il peso delle varie anime della coalizione all’Ars è stato finora la stella polare per le decisioni adottate da Schifani nella composizione della Giunta ed ogni eventuale modifica degli assetti di governo non potrà non tenere conto della geografia di Sala d’Ercole.
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07 Agosto 2024, 06:30