CATANIA – “Di fronte alle tante urgenze del momento, sono stato molte volte sollecitato a fare scelte immediate, a decisioni da prendere subito. Indubbiamente non mi sono sottratto ad alcune di queste richieste, maturate nel discernimento personale, ma ritengo che le scelte su alcune grandi questioni, come ad esempio il rinnovamento della catechesi e della prassi sacramentale, un cammino maggiormente unitario delle comunità parrocchiali, una più efficace azione missionaria e caritativa sul territorio, debbano nascere dal cammino sinodale”. Ci mette anche del personale, monsignor Luigi Renna, raccontando qualcosa dei primi mesi ai piedi dell’Etna, nelle pagine che introducono In ascolto dello Spirito Santo e dei fratelli per essere Chiesa in uscita.
Questo è il titolo del prima lettera pastorale a firma del neo arcivescovo metropolita. Si tratta di uno strumento di lavoro che detta la direzione della Chiesa catanese da qui al prossimo anno. Uno testo che punta alla sinodalità e segue le linee dettate da Papa Bergoglio circa il grande cammino sinodale che sta interrogando l’intera comunità cattolica mondiale. Mercoledì prossimo, il documento sarà presentato durante un convegno a Mompilieri, all’interno del Santuario della Madonna della Sciara.
“Sono passati circa sette mesi da quando mi avete aperto non solo le porte delle vostre città, ma il vostro stesso cuore: sono grato a Sua Eccellenza mons. Salvatore Gristina, a ciascun presbitero, diacono, religioso e laico, per la fraterna accoglienza. Ho sperimentato come il popolo di Dio è abitato dal senso dell’ospitalità, e ancor di più lo è il popolo siciliano, segnato da una cultura in cui l’ospite è sacro”, è un passaggio della lettera.
“Ma ormai – scrive Renna – non sono più ‘straniero’, sono ‘cittadino’, in quanto pastore e fratello. Ho camminato con voi nel cammino sinodale inaugurato già nel novembre scorso, ed ho potuto ammirare le enormi potenzialità della Chiesa catanese, tali da far sperare che le numerose criticità, dovute in larga parte ad una situazione sociale che ha i suoi riverberi nella vita di tutti, si possano affrontare e superare con l’aiuto dello Spirito Santo e l’impegno corresponsabile di ciascuno”.
Tra gli ispiratori del documento di Renna c’è il biblista e cardinale Carlo Maria Martini. E’ infatti al già arcivescovo di Milano scomparso nel 2012 che deve la ricetta che vuole nell’incontro tra azione e contemplazione il motore dell’agenda pastorale. Scrive infatti l’arcivescovo: “Ricordo, con viva gratitudine al Signore e ai miei formatori, che da adolescente mi fu donata la prima lettera pastorale del cardinal Martini, scritta per l’anno pastorale 1980-1981, dal titolo sorprendente per un tempo che richiedeva una efficace azione pastorale per una metropoli come quella milanese: La dimensione contemplativa della vita”.
“Da allora – scrive ancora – mi sono maggiormente convinto che alla radice del nostro agire c’è il radicamento nell’ascolto della Parola: esso suscita in noi non uno sguardo che ‘consuma’ cose e persone, ma che vede, contempla, si mette al servizio. Siamo chiamati ad educare lo sguardo nei confronti di Dio, degli altri, della storia dell’umanità affinché sia più contemplativo”.