"Sono tanti gli indagati vicini a Crocetta | Ma oggi accusano me, travestendosi da vergini" - Live Sicilia

“Sono tanti gli indagati vicini a Crocetta | Ma oggi accusano me, travestendosi da vergini”

Riccardo Savona parla per la prima volta dopo la "cacciata" durante il congresso dei Dr. "A parlare di codice deontologico è gente che ha indagini in corso, con accuse gravi. Anche nella forza politica di cui facevo parte. Io, che non sono mai stato indagato, sono stato oggetto di attacchi barbari, solo per estromettermi dalla prima commissione. Da presidente della 'Spending review' ho ricevuto l'invito di esponenti del governo a evitare i tagli agli stipendi degli assessori..."

PALERMO – “Faccio politica da più di trent’anni, ma una cosa del genere non l’avevo ancora vista”. Riccardo Savona ancora stenta a crederci. Da quattro legislature in parlamento ha attraversato i mari tempestosi dei governi Cuffaro e Lombardo, occupando a volte ruoli di primo piano. Tre giorni fa, però, il “fattaccio”. Il presidente della Regione Crocetta, di fatto, lo caccia dal congresso dei Drs, appicandogli addosso l’etichetta dell'”indegno”. “Una cosa del genere non l’avevo mai vista”, ribadisce più volte, durante l’intervista, nel corso della quale l’ex presidente della Commisisone bilancio tira fuori il proprio casellario giudiziale. Che non lascia molti dubbi: “Non risultano carichi pendenti”. “Proprio così. Sono incensurato. E Crocetta ha puntato il dito contro di me. Mentre altri, a lui vicini, qualche problema con la giustizia lo hanno davvero. O lo hanno avuto”.

E allora? Cos’è successo tre giorni fa alla convention dei Democratici e riformisti?
“Si è assistito a un attacco personale, pesantissimo, privo di fondamento calatomi addosso con gratuità. Con l’aggravante di essere stato consumato durante un convegno organizzato dal mio stesso gruppo parlamentare. Gruppo al quale ho aderito sin dalla costituzione. Non nascondo che ancora sono incredulo ed amareggiato. In trent’anni di attività politica, non ho mai assistito a tanta barbarie”.

Che cosa, in particolare l’ha amareggiata?
“Mi pare evidente: mi si fa apparire come oggetto di indagini in corso niente poco di meno che per aver fatto affari con la mafia ed addirittura con Matteo Messina Denaro. Affermazioni così gravi che sollecitano da parte mia l’intenzione di immediate azioni civili e penali, nei confronti di chi le ha pronunziate e di chi ci ha marciato sopra. Ribadisco che nessun provvedimento giudiziario mi ha riguardato e mi riguarda né, tanto meno, ho avuto notizia di essere stato sottoposto ad indagini per il mio rapporto intrattenuto in passato con l’imprenditore trapanese Nicastri che, lo ribadisco, prima delle vicissitudini giudiziarie che lo hanno riguardato era considerato un imprenditore rispettabile”.

Insomma, non ha niente da rimproverarsi per quelle “relazioni” che sono state oggetto degli attacchi dal palco del governatore?
“Assolutamente no. Anzi, ho motivo di ritenere, e mi preme sottolinearlo che, nell’ipotesi in cui l’autorità giudiziaria abbia svolto un’attività d’indagine anche nei miei confronti senza di ciò informarmi, l’esito di questa investigazione non ha prodotto alcuna conseguenza sulla mia persona poiché non sono stato chiamato a rispondere in alcuna sede giudiziaria del mio rapporto con questo imprenditore”.

Storie vecchie, tra l’altro. Finite su tutti i giornali già tre anni fa. Si è chiesto come mai siano state ripescate proprio in occasione di quel convegno.
“Il punto è proprio questo. Con studiata malafede, che nasconde le vere motivazioni del gesto, qualcuno ha fatto appello ad un ‘codice deontologico fortissimo’, che, ‘distinguendosi sempre per la presenza al suo interno di persone perbene’, impedirebbe alla mia persona di partecipare all’attività politica di un partito al quale non ho mai pensato neanche lontanamente di aderire”.

Non è così?
“Le dico solo che chi pronunzia queste frasi è destinatario, da parte della Procura di Caltanissetta della contestazione dell’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla gestione di appalti pubblici. Ma, pur essendone venuto a conoscenza dalla lettura dei giornali che ampiamente hanno dato risalto alla notizia, non ho mai fatto appello al ‘codice deontologico’ quando questa persona ha frequentato – anche molto di recente – la mia segreteria. Non ho chiesto ‘passi indietro’, perché non sono l’unto dal Signore”.

Lei ovviamente fa riferimento a Salvatore Cardinale. Insomma, che le accuse siano giunte dal movimento del quale l’ex ministro è “padre fondatore” proprio non le va giù.
“Io sono un deputato eletto all’Ars, con ampio consenso popolare, da quattro legislature, e non permetto a nessun reduce della prima repubblica travestito da vergine di suggerirmi quale dovrebbe essere la condotta che sarei tenuto ad osservare. Ma andiamo avanti”.

Andiamo avanti…
“Se avessi dovuto fare appello al ‘codice deontologico’, non avrei potuto aderire neanche al gruppo parlamentare dei Dr. Avrei dovuto, al contrario, prendere le distanze da chi è stato indagato per lo scandalo delle ‘promozioni facili’ al Comune di Catania, ovvero non avrei potuto sedere accanto a chi è indagato per simulazione di reato e calunnia aggravata. Ma non ho chiesto il rispetto di alcun ‘codice deontologico’ per farne un uso distorto e strumentale, come si è preteso di fare rispetto al mio caso. So che facendo politica, soprattutto in Sicilia, il rischio di rimanere coinvolti in fastidiose avventure giudiziarie esiste, benché poi, nella maggioranza dei casi e con i tempi infiniti della giustizia, si riesce a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. Ma a quel punto il gioco è fatto. L’immagine è sporcata, la reputazione macchiata”.

Provo a seguirla. Questa volta lei fa riferimento ai colleghi di partito Picciolo e Forzese. Lei, di fatto, sta chiedendo: “Perché si punta l’indice contro una persona che non ha nemmeno un’indagine sul capo, mentre chi in effetti ha, o ha avuto, un procedimento a suo carico viene considerato un ‘puro’?”.
“Guardi, oggi questo gioco al massacro sembra andare per la maggiore. In poco meno di un anno dall’inizio della legislatura, tanti colleghi sono rimasti vittime del linciaggio mediatico operato il più delle volte senza alcuna fondatezza e solo per mere finalità politiche. Oggi è toccato a me, domani sarà il turno di un altro. E questo senza che alcuno, nemmeno chi avrebbe il ruolo ed il dovere di farlo, abbia mai invitato chicchessia a tornare nei ranghi di un civile dibattito di carattere politico. Sembra che nessuno abbia il coraggio di denunziare il clima da “caccia alle streghe” in cui vive il parlamento siciliano. Ci si può scagliare con veemenza contro ognuno dei deputati eletti a suffragio universale, annientandone l’immagine in una lotta impari, senza tutela alcuna”.

Lei parla di caccia alle streghe. Si riferisce al “gusto per la denuncia” del presidente della Regione? Crede che in qualche caso si sia andati un po’ oltre?
“Si badi bene. Se dall’alto di un’istituzione si insinua il dubbio che ci possa essere del losco, del marcio in una determinata realtà, è obbligatorio per gli inquirenti approfondire con apposite indagini. La denunzia viene dall’alto. Però, tanto basta – con la dovuta, e tante volte astuta pubblicità data al caso – a travolgere e ledere irreparabilmente la rispettabilità non soltanto del singolo ma, spesso, anche della sua famiglia. Magari tra diversi anni si certificherà l’assoluta estraneità dei fatti delle persone, ma nel frattempo esse sono state cancellate. Cosa c’è di sano in tutto questo? Nulla”.

Le ultime polemiche che la riguardano, però, sono legate alla questione dei tagli in commissione Spending review dove lei ha recitato il ruolo di “difensore delle prerogative dello Statuto”, ma anche dell’entità della vostra busta paga…
“Da quando sono stato eletto presidente di quella Commissione sono stato oggetto di tante inquietanti attenzioni, da parte della stampa, del governo, di alcuni parlamentari. Si è cercato di farmi apparire come quello che aveva una sola missione: limitare i tagli alla politica. Nulla di più falso. I tagli previsti dal ddl approvato in commissione incidono profondamente sul bilancio dell’Ars come mai prima d’ora è stato fatto. I “tagli” in esso contenuti sono netti e non riguardano solamente le retribuzioni dei parlamentari, ma l’intero assetto organizzativo del Palazzo e dei componenti esterni del governo. Mentre da una parte mi si attaccava per aver “limitato i danni”, dall’altra mi si chiedevano “sconti” sui tagli”.

Vale a dire? Chi le chiedeva di non “tagliare troppo?”
“Non nascondo di essere stato contattato da ambienti governativi nel tentativo di ripristinare l’ammontare dell’indennità prevista per gli assessori esterni. La mia contrarietà avrà urtato qualche “sensibilità”.

Lei crede che questo fatto possa avere stimolato la reazione di qualcuno? Di avere in qualche modo infastidito deputati o esponenti dell’esecutivo?
“Io credo che soltanto oggi si desumano le reali motivazioni di chi ha cercato di screditarmi. Venerdì 18 sono stato designato dal gruppo dei Dr quale rappresentante della re-istituenda prima commissione parlamentare, a seguito della defenestrazione del presidente (Forzese, ndr). Evidentemente a qualcuno non è andata giù. Era nell’aria. Nonostante il gruppo mi abbia inizialmente indicato, ieri pomeriggio la mia designazione è stata sostituita con quella di altro collega (Picciolo, ndr). La prima commissione fa ancora parlare di sè e probabilmente se ne parlerà ancora in futuro. Certamente non ero considerato abbastanza “fedele”. Perché io non sono fedele. Io sono una persona leale. Ed avendo constatato una profonda slealtà da parte del gruppo dei Dr, ieri sera ho comunicato le mie dimissioni irrevocabili dallo stesso”.

Già finito, quindi, l’amore col governo? L’intesa con Cardinale?
“Una cosa è certa: non posso rimanere un attimo di più con chi ha delegato la propria autonomia e le proprie funzioni politiche a soggetti esterni al gruppo. Preferisco rimanere, come sono sempre stato, un uomo libero che deve rispondere esclusivamente alla propria coscienza, malgrado la forte esposizione personale, familiare, e della mia squadra a ritorsioni di ogni genere”.


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI