PALERMO – A sei mesi dall’addio di Barreto a parametro zero, il Palermo rischia di salutare un altro capitano in scadenza di contratto. Stefano Sorrentino, intervistato da Repubblica, non mostra segnali di ottimismo sul tema del rinnovo: “C’è stato un incontro, ma non ci sono passi in avanti. In questo momento abbiamo avuto problemi molto più importanti che il rinnovo di contratto di un singolo. La cosa principale è il Palermo e non ci devono essere cose personali. La scadenza poteva essere anche domani, ma il mio pensiero non sarebbe cambiato. Ci sono altre squadre che si sono fatte vive ma la mia priorità è il Palermo. Indosso i gradi di capitano e sono il timoniere di questa squadra e quindi parlo con il Palermo. Se chiudo con il Palermo bene, altrimenti ascolterà altre sirene. Ma non penso ad altro”.
Quel che conta oggi, prima dell’accordo economico, è ottenere la salvezza col Palermo: “Penso a tirare fuori il Palermo da una situazione negativa. L’importante è che ci sia stato il primo incontro. Ho letto di bonus e accordi, ma non so da dove vengano fuori queste cose. Io ho fatto una mia richiesta, il Palermo ha fatto un’altra offerta, ma non c’è fretta. I problemi adesso sono altri, io non scappo”. Anche perché, dopo aver raggiunto le cento presenze in rosanero, c’è un secondo traguardo da raggiungere: “Sicignano è il portiere con il record di presenze (182), dice che non lo supererò mai perché lui è la leggenda. Allora gli rispondo di fare attenzione: a cento ci sono già arrivato e adesso vengo a prenderti”.
Tra i tanti problemi, il Palermo deve anche far fronte ad una tifoseria spaccata in più parti: “Vedere adesso la curva divisa e poca gente sugli spalti è una pugnalata al cuore – dichiara Sorrentino -. Ci sono squadre messe peggio di noi che riempiono lo stadio”. Nonostante tutto, col Frosinone sono arrivati tre punti d’oro: “Abbiamo vissuto una giornata post gara serena come non ci capitava da tanto. Tutto ciò fa bene al gruppo che, a parte me e Gilardino, è molto ma molto giovane, con alcuni alla prima esperienza in serie A e tanti giovani. La vittoria ci dà fiducia e ci allontana dalla zona calda. Abbiamo vinto uno scontro diretto e adesso dobbiamo dare continuità anche perché sarebbe bellissimo fare punti a Genova e trascorrere un sereno Natale insieme ai nostri tifosi”.
Adesso il Palermo va avanti, nella speranza di aver metabolizzato il cambio in panchina. Il pensiero, però, non può non andare a quanto fatto da Iachini: “Io devo molto a Iachini – ammette il capitano -. Gli devo le cento presenze e anche la fascia, ma a me e a parecchi di noi ha dato fastidio che si sia parlato troppo di Iachini, che non eravamo con Ballardini, del ritorno di Iachini. Così si è perso il vero obiettivo che è la salvezza. Del resto potrebbe venire anche Mourinho ma in campo scendiamo noi. Ballardini e il suo staff sono arrivati in una situazione non semplice, ma sono entrati nel modo migliore. In punta di piedi e con molta intelligenza. Ci parlo e mi confronto ogni giorno e oltre al Ballardini allenatore ho scoperto il Ballardini uomo. Dopo qualche difficoltà iniziale la squadra sta imparando a conoscerlo e penso si possa ricostruire entusiasmo intorno al gruppo e iniziare il rilancio”. Un rilancio che passa anche da Zamparini: “Spero di non rivedere il Palermo come quando giocava contro mio padre e si barcamenava tra la B, la C e i fallimenti. Io mi tengo stretto Zamparini e la strada vecchia anche perché la strada nuova non la conosciamo e non c’è nessuno che vuole comprare il Palermo”.