CATANIA – Si spacca il fronte degli autotrasportatori siciliani. L’Assotir, infatti, “non ha aderito, ne’ intende farlo, all’agitazione del settore” indetto da altre categorie dalla mezzanotte del prossimo 10 febbraio in Sicilia. Lo rende noto Santo Zuccaro, presidente della sezione catanese dell’associazione di categoria e delegato dell’associazione nella Consulta dell’autotrasporto siciliano.
Il disagio
Le motivazioni: “Non riteniamo sia questo – spiega Zuccaro – il momento adatto per causare disagi a tutta la filiera agroalimentare e agli utenti finali gia’ pesantemente penalizzati dalle conseguenze della pandemia. Se nuovi accordi dovranno essere concordati a favore della nostra categoria, saranno discussi e richiesti in un tavolo civile con i rappresentanti del nuovo governo”.
Gli oltranzisti
A firma “le associazioni di categoria” sta girando, intanto, un documento che conferma il blocco a partire dalle ore 24:00 del prossimo 10 febbraio. “Visti i vani tentativi di dialogo con l’Istituzioni Nazionali e Regionali senza aver ricevuto risposte – si legge – La categoria degli autotrasportatori, che ad oggi non ha fatto mancare il necessario alle famiglie e all’industrie per continuare a produrre, decide di fermarsi”.
Le richieste
Sono cinque le richieste da portare a un tavolo di confronto che, a quanto denunciano, ancora non esisterebbe. Uno) “Chiediamo che venga abrogata la pena accessoria sull’Art.174 della decurtazione dei punti della patente agli autisti professionali”. Due) “Deroga di due ore sui tempi di guida e riposo”.
Tre) “Regolamentazione del tempo di carico e scarico, non rispettati dai Committenti e della G.D.O.”. Quattro) “Bloccare gli aumenti chiesti dalla compagnia di navigazione Grimaldi che sono improponibili, visto lo stato di crisi in cui ci troviamo, non potendoli ribaltare ai nostri Committenti”.
Cinque) “Chiediamo al Governo di sbloccare i rimborsi “Marebonus” degli autotrasportatori, attualmente bloccati alla compagnia Tirrenia Cin, inoltre di rivedere l’incentivo Merebonus del 2019-2020 visto che tali somme non potranno abbattere gli alti costi dei noli marittimi da noi sostenuti”.