Spari e rapina in viale Regione| In azione un commando armato

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08 Febbraio 2016, 14:17

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PALERMO – Un colpo di pistola, il panico, la rapina. Lunghi momenti di terrore poco dopo le 13 al Palazzo “Tiffany”, sede di numerose aziende che operano a livello nazionale e si occupano della vendita e distribuzione di prodotti.

Un commando formato da almeno quattro uomini incappucciati, arrivati a bordo di scooter al civico 7731 ha fatto irruzione nella sala in cui era in corso una riunione tra rappresentanti della “Tupperware”: centinaia di donne che lavorano per l’azienda, arrivate da tutta Italia, stavano festeggiando insieme al concessionario il primato per il numero di vendite.

I malviventi hanno sparato in aria, poi si sono fatti strada verso gli uffici: l’obiettivo sarebbe stato quello di una rapina nei locali dell’azienda che si occupa di prodotti per la conservazione di alimenti, ma il colpo è andato in fumo. I malviventi hanno così arraffato ciò che hanno potuto, derubando le persone presenti e scappando con soldi, telefoni cellulari e gioielli.

Sarebbero riusciti a guadagnare la fuga dal retro della struttura, scappando poi in direzione di via Ugo La Malfa. Sul posto diverse volanti della polizia, la squadra mobile, gli uomini della Scientifica e i sanitari del 118: diverse persone sono state colte da malore, tra queste alcuni anziane e donne in gravidanza. Ricerche in tutta la città per rintracciare gli autori dell’assalto.

“All’evento eravamo almeno in settecento – racconta una delle donne presenti all’incontro che preferisce non rendere noto il proprio nome – all’improvviso abbiamo visto una collega correre verso l’organizzatore, era terrorizzata. Credevamo qualcuno stesse male. Invece stava lanciando l’allarme: aveva visto entrare degli uomini incappucciati. E’ stato a quel punto che abbiamo sentito il colpo di pistola. Abbiamo cominciato ad urlare, ci siamo messe tutte giù, per terra. Questi uomini ci hanno urlato di rimanere immobili e dicevano che non ci avrebbero fatto del male. Due di loro erano fermi davanti alle porte della sala, altri due ci controllavano e si facevano strada verso gli uffici: indossavano dei caschi da motociclisti. Hanno preso i cellulari di chi provava a chiedere aiuto, molte di noi sono riuscite ad abbassare la suoneria e a nascondere i telefoni nelle scarpe. Eravamo terrorizzate, ad un certo punto è calato un silenzio tombale. Non credevamo fosse una rapina, sembrava un attentato. E ancora adesso non riesco a calmarmi, sono sconvolta”.

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08 Febbraio 2016, 14:17

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