03 Ottobre 2012, 20:15
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PALERMO- Trecento milioni di euro. È questa la somma stimata che la Regione siciliana ogni anno perde in termini di mancati introiti a causa della non applicazione dell’articolo 37 dello Statuto. Torna a gran voce il dibattito sulla politica fiscale dell’Isola e, in particolare, la norma in base alla quale dovrebbero essere versate in Sicilia le imposte pagate dalle aziende che hanno stabilimenti nell’Isola, ma sede sociale altrove, per lo più nel Centro Nord. A riaccendere i riflettori, la relazione inedita sulla potestà tributaria siciliana del giurista Victor Uckmar (nella foto), presentata oggi pomeriggio nell’ambito del Festival della politica, ospitato da Confindustria Palermo, in via XX Settembre.
“La Regione ogni anno perde di incassare circa 300 milioni di euro”, ha detto Maurizio Pirillo, dirigente del dipartimento Bilancio. Che, chiamato in causa anche sul rischio default ventilato quest’estate, non ha mancato di assestare una stoccata al vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, che aveva lanciato l’allarme: “Non c’è alcun rischio default, eppure la querelle di luglio ha graziosamente portato a un declassamento della Sicilia”.
Una cosa è comunque certa. E ha pensato Uckmar a sottolinearla: “La Sicilia in sessant’anni non è riuscita dove altre Regioni sono riuscite da un pezzo. Basti guardare la Valle D’Aosta, il Friuli o il Trentino che hanno ottenuto dallo Stato di incassare le imposte anche di aziende con sede legale altrove”. “Evidentemente – è stata la conclusione – la Sicilia non è credibile. All’esterno si pensa sempre che questa regione vada a chiedere l’elemosina, quando invece si tratta solo di ottenere dei diritti”. “Ma bisogna dimostrare – ha sottolineato Andrea Quattrocchi, avvocato dello studio Uckmar – che nel momento in cui si dovesse raggiungere l’obiettivo, si sarà davvero in grado di gestire la spesa”.
Ed è proprio sulle capacità della classe politica che si è soffermato il vicepresidente di Confindustria Palermo, Rosario Basile, che ha detto senza mezze misure: “La nostra politica non ha saputo realizzare nulla. Forse sarebbe più positivo un commissariamento. Anche perché prima di parlare di fiscalità sarebbe necessario creare le condizioni per lo sviluppo. Ma tutto è inutile con una politica pessima”.
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03 Ottobre 2012, 20:15