29 Agosto 2016, 06:10
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ALCAMO (TRAPANI) – Il pasticcio burocratico-amministrativo è di quelli che rischiano di rubare la scena a quanto di buono fatto finora in due mesi, come il Piano di raccolta differenziata che nelle intenzioni della neonata giunta a cinquestelle dovrà portare a un risparmio di un milione e 400mila euro per le tasche dei cittadini. Il rischio aumenta se di mezzo ci sono gli stipendi degli amministratori, ovvero i costi della politica, tema caro al movimento. Ad Alcamo, dove i grillini hanno vinto le elezioni di primavera con una percentuale che al ballottaggio ha sfiorato il 75%, e dove il centrosinistra è stato relegato all’opposizione dopo 22 anni di cabina di regia, i fari si sono accesi su una delibera che stabilisce le indennità del sindaco, Domenico Surdi, e dei suoi cinque assessori: un atto “immediatamente esecutivo” ma che è stato dichiarato nullo per vizi di forma dal segretario generale del Comune, Cristofaro Ricupati, assente il giorno in cui la giunta diede l’ok. Al suo posto c’era Marco Cascio, dirigente del settore Affari generali e in quell’occasione segretario generale facente funzioni. L’attestazione di nullità a firma di Ricupati, lasciata agli atti con tanto di timbro della segreteria generale, è stata inserita con una nota all’interno della delibera varata per la prima volta il 2 agosto.
La storia inizia a complicarsi due giorni dopo, quando l’atto viene pubblicato senza alcuni documenti allegati del settore Servizi finanziari: una disattenzione che costringe gli uffici a ripubblicare la delibera completa il 10 agosto, “violando”, secondo Ricupati, la norma che prevede un tempo massimo di tre giorni entro cui pubblicare sul sito del comune gli atti “immediatamente esecutivi”. La delibera verrà infine ripubblicata una terza volta, il 17, con all’interno la dichiarazione di nullità firmata da Ricupati. La tesi del vizio di forma viene riproposta anche in una nota inviata dal segretario generale a Surdi, agli uffici comunali e, tra gli altri, alla Corte dei conti il 12 agosto: nella missiva si specifica che l’atto viene dichiarato nullo e “improduttivo di effetti” e che gli uffici “non potranno darvi esecuzione”.
Lo scontro, però, non riguarda soltanto la forma ma anche la sostanza: gli stipendi di sindaco e assessori. Nella stessa lettera Ricupati, sostituito da Surdi al termine dei primi 60 giorni di amministrazione, punta il dito contro le indennità di funzione fissate dalla delibera. Qui la storia si trasforma in un piccolo rebus amministrativo-contabile che affonda le radici in una diversa interpretazione del calcolo delle indennità. La delibera ‘incriminata’, atto che la giunta deve approvare per legge affinchè gli uffici possano provvedere al pagamento degli stipendi, fissa per il sindaco una indennità di funzione pari a 3.460 euro lordi a cui si aggiungono 173 euro, ovvero il 5% della cifra di partenza. Lo stipendio complessivo sale così a 3.633 euro lordi. Le linee guida sono contenute in un decreto del ministero dell’Interno che risale al 2000 e che istituisce una tabella per le indennità del sindaco in base alla popolazione del comune. La maggiorazione del 5% è prevista qualora il comune presenti alcune specifiche caratteristiche legate alla spesa corrente pro-capite e al bilancio comunale. Nella tesi dell’ex segretario generale, però, la delibera non ha tenuto conto di un taglio del 10 per cento che è comparso nella finanziaria nazionale 2006 e che la Corte dei conti ha ritenuto “strutturale” e con un orizzonte temporale “non limitato” a quell’anno. Il taglio del 10% sui 3.460 euro di partenza avrebbe fatto scendere lo stipendio di Surdi complessivamente a 3.269 euro. Una cifra tecnicamente inferiore a 4.500 euro previsti per il suo predecessore, Sebastiano Bonventre, ma che l’allora sindaco non ha mai intascato dal momento che per tutta la durata del mandato non ha abbandonato la sua professione di medico. Questi, invece, gli effetti del mancato taglio sugli altri componenti della giunta Surdi: al vicesindaco, cui spetta il 55% dell’indennità del primo cittadino, sarebbero andati 1.798 euro invece dei 1.998 decisi con la delibera del 2 agosto. Agli altri quattro assessori sarebbero andati 1.461 euro mensili ciascuno, invece degli attuali 1.634.
A conti fatti in cinque anni l’intera giunta del Comune di Alcamo costerà oltre 730mila euro, mentre con l’applicazione del taglio previsto dalla finanziaria 2006 la cifra scenderebbe a poco meno di 655mila. Il risparmio, qualora la tesi di Ricupati dovesse essere esatta, sarebbe di oltre 75mila euro. All’intreccio di norme e regolamenti si aggiunge un ulteriore tassello: nella lettera inviata alla magistratura contabile, infatti, l’ex segretario generale critica la copertura finanziaria indicata nella delibera. L’atto è “immediatamente” esecutivo ma rimanda per la copertura al bilancio di previsione, che non è ancora stato approvato. “La messa a punto delle delibere è un compito che spetta ai dirigenti comunali e non certo alla giunta – spiega Surdi -. I riferimenti normativi sono frutto di una valutazione che tocca agli uffici e non al sindaco. I miei dirigenti sostengono che quel taglio del 10% non si applichi al Comune di Alcamo e sulla base di questo ragionamento hanno redatto la delibera che poi abbiamo approvato. Se gli uffici avessero applicato il taglio previsto dalla finanziaria avremmo approvato il documento senza battere ciglio. Ad ogni modo – prosegue – affronteremo la questione oggi stesso e proporrò al dirigente incaricato di chiedere un parere alla Corte dei conti sul metodo da seguire per fissare le indennità. Mi preme comunque sottolineare che la mia amministrazione è al lavoro da oltre due mesi e nessuno di noi ha percepito un euro per il lavoro svolto. Una situazione che resterà tale fino a quando non avremo varato il bilancio di previsione. Abbiamo inoltre intenzione di destinare una parte delle indennità a un fondo che servirà a risolvere i piccoli problemi della città. La dichiarazione di nullità della delibera da parte di Ricupati? Non so quanto valore abbia, in ogni caso verificheremo anche questo aspetto insieme a tanti altri punti poco chiari di questa vicenda”.
Resta sullo sfondo il dubbio di un pasticcio in una delle città simbolo del boom grillino, su cui il movimento punta come esempio del buon governo a cinque stelle, che in questi primi due mesi, tra emergenza rifiuti, riparazioni di condotte per l’acqua e ripristino dell’illuminazione su alcune strade, ha comunque mosso i primi positivi passi: “Abbiamo fatto tanto – ancora Surdi -. Il nostro fiore all’occhiello? Il Piano rifiuti: abbiamo già un’alta percentuale di raccolta differenziata ma puntiamo a migliorare ulteriormente e a raggiungere un risparmio di 1,4 milioni di euro gestendo in maniera più razionale la raccolta. Il risparmio avrà un riscontro diretto per le tasche dei cittadini”.
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