SIRACUSA – Non conosce soste il flusso di migranti verso le coste siciliane. Nelle prime ore di questa mattina, 163 eritrei sono stati condotti nel porto Grande di Siracusa, al termine di una operazione di soccorso in mare scattata nel pomeriggio venerdì. Gli immigrati, tra cui 22 donne e 12 bambini, erano a bordo di un barcone in legno, bianco, lungo poco più di dieci metri.
Sono stati intercettati alle 23.00 a 60 miglia da Capo Murro di Porco ma già alle 16.00 era giunta alla centrale operativa di Roma la chiamata di soccorso. Alle 19.15 un aereo della Guardia Costiera ha avvistato l’imbarcazione alla deriva, con il suo carico di disperati. Segnalata la posizione, sul posto si sono dirette la nave Cigala Fulgosi della Marina Militare, di stanza ad Augusta, una motovedetta dalla Guardia di Finanza ed una della Guardia Costiera.
Una volta raggiunto il barcone, i migranti sono stati invitati a salire a bordo dei mezzi di soccorso e divisi in tre gruppi hanno poi fatto rotta verso Siracusa. Alle 6.45 operazioni di trasbordo concluse, con tutti gli eritrei in porto. Per una delle donne, in stato di gravidanza, disposto un controllo in ospedale. Gli immigrati, a bordo di pullman, sono poi stati trasferiti al centro di accoglienza Umberto I di Siracusa per completare le operazioni di riconoscimento ed identificazione ed avviare la richiesta di asilo.
Secondo i primi riscontri investigativi, il barcone sarebbe partito cinque giorni fa da una località libica, nei pressi di Bengasi. Circa 1.600 dollari la somma che avrebbero pagato i migranti per il viaggio della speranza. Le indagini si concentrano adesso su due egiziani a bordo, ufficialmente pescatori. Uno dei due sarebbe stato trovato in possesso di una notevole somma di denaro. Potrebbero essere i presunti scafisiti. Indaga il sostituto della Procura della Repubblica di Siracusa, Roberto Nicastro. Il barcone è stato lasciato alla deriva.