Strage di Ustica, 39 anni dopo| “Solo bugie e processi burla”

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27 Giugno 2019, 15:51

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PALERMO – “Celebriamo meno e manteniamo qualche promessa”, dice Anthony De Lisi. È un commento carico di amarezza quello dell’avvocato penalista nel 39° anniversario della strage di Ustica.

Erano le ore 20:59 del 27 giugno 1980 quando il Dc-9 Itavia, in volo da Bologna a Palermo, scomparve dagli schermi del radar del centro di controllo aereo di Roma. L’aereo precipitò nel mar Tirreno, tra le isole di Ponza e Ustica. Morirono 77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell’equipaggio.

Tra le vittime anche Elvira e Alessandra, sorella e nipote di Anthony De Lisi. “Per 39 anni ho voluto credere che qualcuno avrebbe potuto dare un senso alle promesse di verità sulla strage – scrive -. Una strage questa che sembrerebbe interessare soltanto i familiari di 81 morti. Nel 1980 ero un praticante avvocato e credevo che la Giustizia avrebbe scritto una pagina risolutiva. Mi domando se i tanti governi che si sono succeduti si siano mai realmente ‘interrogati’ sull’abbattimento di un aereo civile. Mi chiedo pure – prosegue – se la pretesa unità atlantica tra Italia, Stati Uniti e Francia possa giustificare le vergognose bugie, i tanti depistaggi, i processi burla e le mortificanti offese alla memoria delle vittime”.

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L'avvocato Anthony De Lisi

Eppure nell’amarezza di De Lisi si scorge la voglia di non rassegnarsi: “Il nostro codice penale prevede il reato di vilipendio di cadavere, peccato che per la sussistenza dello stesso occorre una condotta materiale. Non vi è dubbio che 39 anni fa nei nostri cieli fu compiuta un’azione di guerra in danno della nostra Nazione. Chiediamo al governo di rompere quel ‘muro di gomma’ che oggi è diventato pietra tombale di un sepolcro in cui l’Italia, rischia di seppellire per sempre verità, giustizia e quei valori di autonomia ed indipendenza interni ed esterni del Paese”.

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27 Giugno 2019, 15:51

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