Il racconto di un testimone:| “Sull’aereo credevamo di precipitare”

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25 Settembre 2010, 12:43

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Su quel volo della Windjet proveniente da Roma e finito fuori pista ieri sera all’aeroporto Falcone e Borsellino, c’era anche Gianni Parlatore, collaboratore di Livesicilia, che ripercorre con la memoria quei “minuti tremendi” in cui “ha creduto di morire”.

“Il volo era stato un po’ turbolento a causa del maltempo – racconta -. La sensazione che mi ha colpito maggiormente è stata quella di non percepire il fatto che l’aereo stesse per toccare terra. Pensavo di essere più in alto – prosegue -, anche perchè la velocità dell’aereo sembrava piuttosto sostenuta rispetto agli altri atterraggi. Il boato, simile a quello di una esplosione, è stato improvviso. Ho creduto che l’apparecchio stesse precipitando, e soltanto quando ci siamo fermati ho capito che in realtà eravamo a terra”.

Tra le ipotesi avanzate in base alle prime ricostruzioni, c’è quella del wind shear, una folata di vento particolarmente forte e improvvisa che schiaccia al suolo gli aerei in fase d’atterraggio. Una probabilità che Parlatore commenta così: “Potrebbe essere stato il wind shear – dice -, in effetti l’impatto col suolo  stato molto forte, il carrello posteriore ha ceduto di schianto e abbiamo attraversato la pista sentendo il rumore assordante della fusoliera che strisciava. Le luci si sono spente e sono scese di colpo le mascherine per l’ossigeno”.

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Sulle polemiche sorte riguardo i soccorsi, infine, il collaboratore di Livesicilia, riferisce il “grande ritardo” con cui essi sono stati avviati. “Io sono uscito dal portellone aperto sull’ala dell’aereo e ho visto arrivare subito i vigili del fuoco, anche perchè qualcuno temeva per un principio d’incendio. La cosa imbarazzante è stata invece l’aver dovuto percorrere a piedi, sotto la pioggia, la pista dell’aeroporto fino al terminal. C’erano molti anziani spaventati e con i vestiti fradici, costretti a raggiungere da soli l’aerostazione. Anche le ambulanze accanto all’aereo sono arrivate parecchi minuti dopo – conclude -, quando già eravamo quasi tutti in aeroporto”.

(foto di Tony Siino)

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25 Settembre 2010, 12:43

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