"Tari, mancano 50 milioni | In arrivo migliaia di cartelle" - Live Sicilia

“Tari, mancano 50 milioni | In arrivo migliaia di cartelle”

L'assessore al Bilancio Luciano Abbonato spiega la strategia del Comune per scovare i "furbetti" della tassa sui rifiuti: "L'evasione ammonta a 25 milioni di euro. Con i nuovi metodi nessuno pensi di farla franca, è solo questione di tempo".

PALERMO – Da 1 a 2,5 milioni di metri quadrati mai dichiarati ai fini Tari e, per questo, sinora “sfuggiti” alla tassa sui rifiuti; 200mila avvisi di accertamento nel 2015 e 50 milioni di euro che mancano ogni anno all’appello. Sono numeri da capogiro quelli che riguardano l’evasione della Tari, l’imposta sull’immondizia, che nel capoluogo siciliano vale, almeno sulla carta, 122 milioni. Un fenomeno in qualche modo “storico”, ma contro cui adesso Palazzo delle Aquile ha deciso di varare una campagna in grande stile. “Con i nuovi metodi nessuno pensi di farla franca, è solo questione di tempo”, avverte l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato.

Assessore, cosa state facendo contro gli evasori della Tari?
“Stiamo realizzando una serie di interventi che sono il frutto di un lungo periodo di studio e analisi che abbiamo condotto anche grazie a una nuova organizzazione del settore Tributi, con un unico ufficio che si occupa della lotta all’evasione per tutti i tributi, composto da persone specializzate ed esperte. A questo va aggiunta una grande sinergia con la Sispi, che è di fatto il soggetto che detiene e gestisce i database dei tributi comunali e che nel tempo aveva supportato, in modo non sistematico, l’amministrazione nella lotta all’evasione. Oggi il personale comunale e quello di Sispi lavorano fianco a fianco, il che consente di aumentare il numero di unità e di integrare le competenze, semplificare le procedure, accelerare il dialogo e il confronto”.

La Tari è notoriamente un punto debole…
“Sì e ci stiamo concentrando su questo. Abbiamo messo in campo i primi interventi che intensificheremo da qui a fine anno. Sono tre i filoni su cui ci stiamo muovendo: morosità, evasione totale ed evasione parziale. Partiamo dalla lotta alla morosità, cioè contribuenti che già conosciamo ma che non pagano in tutto o in parte. La situazione su questo fronte era disastrosa, il tema è stato lasciato a incancrenirsi nel tempo. Gli uffici si limitavano a inviare periodicamente, entro i cinque anni, le cartelle esattoriali, così come si faceva con gli evasori. Il risultato è che nel 2014, a fronte di una bollettazione di 122 milioni, ne abbiamo riscossi solo 75, il che significa che ne mancano all’appello quasi 50 e non possiamo permettercelo. Abbiamo così deciso di intervenire subito, entro l’anno, ben sapendo che ci sono soggetti abituati a non pagare, praticamente morosi seriali che rappresentano un’altissima percentuale. Nel primo semestre di quest’anno abbiamo inviato 100mila avvisi di accertamento per la Tares 2013, entro quest’anno ne invieremo altrettanti per la Tari 2014. Se non si interviene subito si corre il rischio di non recuperare il denaro, visto che le aziende possono anche fallire”.

Andiamo all’evasione totale…
“Si tratta del soggetto non presente in banca dati, che non si è mai dichiarato, che non è noto all’amministrazione e quindi non ha mai ricevuto bollettini o cartelle. E’ il soggetto più difficile da scovare, che è riuscito a passare indenne a una serie di incroci che periodicamente si fanno con le banche dati dell’anagrafe o del catasto, tanto per fare qualche esempio. Ricordiamo che la Tari è un tributo in autoliquidazione, dichiararsi è un dovere del contribuente così come pagare. Sull’evasione totale abbiamo eseguito dei controlli sia sulle utenze domestiche che sulle attività produttive. Per fare due esempi, ci sono soggetti che hanno pagato la Tasi ma che non hanno mai pagato la Tari per lo stesso luogo di residenza; facendo incroci con le banche dati Siatel dell’Agenzia delle entrate, abbiamo trovato imprese in attività che non hanno mai presentato dichiarazione ai fini tributari. In tutto abbiamo trovato 3.859 presunti evasori totali, di cui 300 imprese, che equivalgono a 435mila metri quadrati ‘nuovi’, che cioè prima non venivano tassati. Considerando i cinque anni arretrati, parliamo di accertamenti che al 2014 valgono 16,8 milioni di euro. Abbiamo usato dei filtri stringenti, applicando la massima scrematura così da evitare errori: man mano rivedremo questi filtri e probabilmente tale cifra crescerà significativamente”.

E sull’evasione parziale?
“Qui ci siamo concentrati sulle utenze domestiche, e tra queste su chi dichiara meno del dovuto: abbiamo trovato 12.200 presunti evasori, per un totale di 380mila metri quadri di nuova superficie e un valore di 8,2 milioni, considerando gli arretrati. Anche qui abbiamo usato tutte le cautele e i filtri del caso. In tutto, se sommiamo evasione parziale e totale, otteniamo quasi 800mila metri quadrati in più che equivalgono a 25 milioni di euro che, al netto degli arretrati, diverranno strutturali. Entro l’anno invieremo accertamenti per gli ultimi cinque anni a 15mila utenti circa, 75mila accertamenti che si sommano ai 200mila per la morosità”.

Perché i palermitani dovrebbero essere invogliati a pagare la Tari?
“Prima di tutto perché è un dovere per qualunque cittadino, ma aggiungerei che qui, più che in ogni altro caso, vale il principio ‘pagare tutti per pagare meno’. Più aumentano i contribuenti e i metri quadrati di imponibile, più ampia è la base su cui spalmare l’imposta: se questi 800mila metri quadrati saranno tutti validati, riusciremo a tagliare la Tari di qualche punto percentuale, il che si aggiunge al taglio tra il 5 e il 7% già applicato quest’anno. Inoltre bisogna sfatare il mito che chi non paga lo fa perché povero: i dati frutto della mappatura realizzata con Sispi dimostrano che non è sempre vero che a non pagare è l’indigente. Le percentuali sono più alte nei quartieri considerati più agiati. Troppo spesso a non pagare risulta chi ritiene di potersi permettere un contenzioso, se scoperto e non sono pochi i casi di ricorsi del tutto strumentali. Vorrei far notare che, tra le attività produttive, i maggiori morosi o evasori non sono certo gli ambulanti o i piccoli negozi”.

Bastano i controlli con i classici incroci delle banche dati?
“No, ed è per questo che la vera svolta sta nell’altro metodo di analisi su cui ci stiamo concentrando. Occorre cambiare il riferimento, pensando non più per soggetti ma per oggetti. In poche parole, dobbiamo mappare tutte le costruzioni e così capiremo quali sono i ‘buchi neri’, non ragionare più prendendo in considerazione il contribuente ma l’immobile, lavorando su aree e superfici. Così riusciamo a scovare chi sfugge agli altri controlli. Stiamo ricostruendo, per esempio, il cassone edilizio”.

In cosa consiste?
“Un palazzo, generalmente, è un parallelepipedo in cui tutti i piani hanno la stessa superficie. Bene, se consideriamo i metri quadrati dichiarati ai fini Tari, ci accorgiamo che a Palermo i palazzi dovrebbero essere tutti storti: se un piano è grande 350 metri quadrati, quello sotto non può essere grande 200. Vuol dire che qualcosa non va. Noi oggi siamo in grado di avere questa mappatura e dobbiamo solo capire chi, in quel piano, dichiara meno. Questo nuovo metodo ci farà fare un salto di qualità. Per ora stiamo aggiornando i dati, integrando le informazioni”.

Qualche risultato?
“Abbiamo trovato 14mila civici che presentano delle anomalie, adesso dobbiamo individuare i singoli soggetti. Entro l’anno avremo i primi avvisi di accertamento. Intanto possiamo dire che, su questi 14mila civici, c’è una superficie mancante compresa in una forbice che va da 1 a 2,5 milioni di metri quadrati. Se consideriamo che ad oggi risultano dichiarati 36 milioni di metri quadrati, è un dato enorme se si pensa che è riferito solo a questa prima fase di verifiche. Questo lavoro si sovrappone a quello fatto con gli incroci classici, si tratta di casi ulteriori che in altri modi non avremmo individuato. È ormai una questione di tempo, nessuno potrà più pensare di farla franca e questo metodo servirà anche per gli altri tributi. Se sei un evasore totale, evidentemente non paghi nemmeno la Tasi o l’Imu”.

Il 31 ottobre scade il saldo Tari…
“Sì, entro settembre invieremo i bollettini ma invitiamo tutti a utilizzare i nuovi servizi messi a disposizione dal Comune. Abbiamo avviato una fase di semplificazione e dematerializzazione, in sei mesi abbiamo avuto 48mila iscritti al portale dei servizi tributari che sono tantissimi se rapportati ad altri casi similari. Chi è iscritto gode di una serie di agevolazioni. Con il cassetto tributario si possono ricevere direttamente sul proprio computer i bollettini personalizzati Tari o avere informazioni o presentare istanze, cosa che è possibile fare anche con i totem presenti in via Ausonia e piazza Giulio Cesare. Dal primo ottobre inoltre estenderemo anche a piazza Giulio Cesare la prenotazione on line degli appuntamenti: scelti il giorno e la sede, si riceverà un orario. La fase già avviata in via Ausonia va molto bene, come dimostra la soddisfazione degli utenti”.

 


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