CATANIA – Utilizzare le somme della tassa di soggiorno per un’offerta turistica e culturale 2.0. E’ la proposta dei consiglieri comunali Lanfranco Zappalà, Carmelo Sofia, Francesco Saglimbene e Rosario Gelsomino che chiedono una nuova destinazione per gli introiti ricavati, che risponda alle esigenze di modernizzazione della comunicazione e del marketing turistico, attraverso il progetto “Catania City”, un programma dedicato al turismo che prevede una serie di interventi per fornire servizi ai numerosi visitatori che arrivano in città attraverso l’attività finalizzata di giovani operatori. “L’idea è quella di migliorare l’immagine della città – afferma Zappalà – dal momento che spesso, a fronte di un augurabile aumento del volume di visitatori, non corrisponde una adeguata assistenza né una qualificata accoglienza”.
Secondo il consigliere, le risorse da cui attingere sarebbero quelle della tassa di soggiorno che si aggirerebbero intorno ai 400 mila euro l’anno, Una somma che, opportunamente utilizzata, sarebbe sufficiente a “svecchiare” il prodotto Catania e a renderlo ancora più appetibile. Le somme derivate dalla tassa, oltre tutto, sono vincolate ad essere spese per potenziare il settore turistico. “Si potrebbero approntare box informativi per i turisti, attualmente inesistenti – spiega Zappalà – la cartellonistica adeguata nei punti nevralgici dei transiti (porto, aeroporto, stazioni ferroviarie), guide sempre disponibili e orari flessibili dei musei o di altri luoghi da visitare e un sito web interamente dedicato a Catania ed alla sua storia consultabile dai computer dei box informatici o attraverso smartphone con la traduzione in diverse lingue”. Il progetto, secondo i proponenti, avrebbe anche dei risvolti positivi in termini occupazionali.
Ma non si limita a questo la proposta di Zappalà che presto approderà in Consiglio comunale. “Oltre agli investimenti occorrono i controlli – afferma – nei confronti delle strutture alberghiere. Non tutte, infatti, versano la tassa di soggiorno nelle casse comunali. Senza dimenticare – prosegue – quelli su strada, in particolare nelle zone maggiormente frequentate dai visitatori, garantendo contestualmente decoro e pulizia”. Un lavoro che necessita della collaborazione di tutti, a cominciare dagli enti gestori del patrimonio culturale.