Totò Cuffaro e i suoi cani di mannara

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30 Luglio 2009, 12:57

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L’ultima sfida di Totò Cuffaro con la politica c’entra poco. L’ex governatore siciliano è diventato infatti presidente onorario dell’associazione per la tutela e la valorizzazione del cane di mannara, con il compito di farsi illustre portavoce di un sogno e una battaglia: salvarlo dall’estinzione e ottenere il riconoscimento della razza da parte dell’Enci, l’Ente nazionale cinofilia italiana, e dalla Fci, la Federazione cinologica internazionale. Di cani di mannara (espressione che nel dialetto siciliano per estensione viene utilizzata anche per riferirsi a individui poco avvezzi al bon ton) Cuffaro se ne intende: il senatore infatti ne possiede due esemplari, Billy e Regina, che gli sono stati donati proprio da un gruppo di estimatori del cane da pastore siciliano.

L’inedito Cuffaro allevatore di cani viene raccontato nel nuovo numero di I love Sicilia, il mensile di stili, tendenze e consumi in edicola da venerdì 31 luglio. “È una specie molto antica – racconta il parlamentare, che dimostra erudizione sia dal punto di vista etologico che storico –. L’origine del cane pecoraio siciliano, che un tempo aveva il compito di accudire le greggi e difendere il bestiame dall’attacco dei lupi, si perde nella notte dei tempi, tra miti e leggende”.

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Ma nella sua tenuta di San Michele di Ganzaria, Cuffaro non si dedica solo a Billy e Regina. Nelle stalle del casale ci sono anche altre specie ‘doc’: una coppia di capre argentate dell’Etna e altrettante capre girgentane dalle caratteristiche corna a cavaturacciolo, due asini ragusani e perfino una cavalla indigena, svariati maiali neri dei Nebrodi, un bufalo, dono di un’azienda casearia di Nicosia, e due cirnechi dell’Etna, battezzati Diana e Tolstoj.

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30 Luglio 2009, 12:57

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