Trapani, un giorno in Procura | Interrogati i diretti interessati

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01 Luglio 2015, 14:02

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TRAPANI – Quella di ieri è stata la giornata degli interrogatori. Tutti e tre i nomi tirati in ballo, nessuno escluso, hanno presenziato davanti al sostituto procuratore Alessandro Sorrentino per chiarire la loro posizione all’interno dell’inchiesta “I treni dei gol”. Una collaborazione aperta, quella di Christian Terlizzi, Luca Pagliarulo e Nino Daì, ma volta ad un solo obiettivo: dimostrare la piena estraneità ai fatti, oltre che il regolare svolgimento di Catania-Trapani, partita terminata col risulato di 4-1 per gli etnei e finita nel centro di un caso scommesse già da mesi, a causa di una serie di flussi sospetti rilevati da Federbet. La presunta combine del match è un’ipotesi che nessuno dei tre indagati ha voluto prendere in considerazione, ribadendo la totale estraneità ai fatti.

Christian Terlizzi, come già fatto dall’inizio dell’indagine, ci mette la faccia in prima persona. Sulle spalle del difensore pesano le telefonate con l’agente Fifa Fernando Arbotti, altro nome coinvolto nello scandalo, tutte avvenute nei giorni precedenti al derby vinto dal Catania. L’avvocato di Terlizzi, però, esclude che dalle intercettazioni di queste telefonate si possa giungere ad una prova di combine: “È stata una chiacchierata fra persone che si conoscono, per questioni che non hanno nulla a che vedere con la partita”, ha ammesso Paolo Rodella, legale di Christian Terlizzi. Il difensore, a sua volta, ha provveduto a rasserenare la tifoseria granata: “Sono sempre rimasto tranquillo, ora continuo ad allenarmi per recuperare dall’infortunio”.

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Meno loquaci nel post-interrogatorio gli altri due tesserati coinvolti, ovvero il capitano Luca Pagliarulo e il difensore Nino Daì, entrambi “reduci” da un rinnovo di contratto col Trapani, una dimostrazione di fiducia da parte della società in un momento così difficile per entrambi. Pagliarulo ha preferito glissare sull’argomento, definendo soltanto “una sconfitta” la sua convocazione da parte del pm. Daì, invece, tramite il suo legale Filippo Triolo, fa sapere di non essere a conoscenza di alcun tentativo di combine, e che in caso di avvicinamento da parte di soggetti terzi avrebbe provveduto a denunciare il fatto. Una presa di posizione netta, come quella degli altri compagni coinvolti, che punta soltanto ad un obiettivo: far sì che il Trapani ne esca pulito.

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01 Luglio 2015, 14:02

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