PALERMO – Un “processo”. Così l’ha definito uno dei presenti. Per cinque ore ieri il gruppo parlamentare del Pd ha chiesto “chiarimenti” all’assessore alla Salute Baldo Gucciardi. Il tema? Quello caldissimo della rete ospedaliera. Che sembra non piacere a nessuno. E che potrebbe essere riscritta. Una ipotesi confermata dallo stesso presidente della Regione Crocetta: “Sì, quel piano va rivisto”. Ma intanto i parlamentare dem attaccano: “Basta con l’ipocrisia del Nuovo centrodestra”.
Nel frattempo, sul progetto di accorpamenti e tagli a ospedali, reparti e pronto soccorso, ecco cadere una pioggia di proteste. Quelle dei sindaci, soprattutto, a cominciare da quello di Cefalù Rosario Lapunzina e degli altri primi cittadini dei Comuni madoniti, che ieri si sono riuniti proprio nella cittadina del “Giglio” per discutere sugli effetti del Piano. Ma lo stesso sta accadendo in ogni angolo di Sicilia, con mobilitazioni all’orizzonte da Niscemi (dove il sindaco ha occupato il Pronto soccorso) a Messina, passando per Ribera nell’Agrigentino. E tra la proteste anche quelle politicamente contraddittorie degli esponenti del Nuovo centrodestra. Tra questi, agguerritissimo il deputato regionale Pietro Alongi: “Nessuno tocchi il Giglio”. Della stessa idea, il sottosegretario Simona Vicari. Sottosegretario, appunto, di un governo che vanta un Ministro alla Sanità che fa parte del suo stesso partito, il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, appunto. “La Vicari invece di protestare – attacca Crocetta – perché non fa sentire la sua voce nei confronti del ministro Lorenzin e del governo di cui fa parte? Lo stesso governo nazionale cioè che ci sta imponendo questi tagli, sulla base del decreto Balduzzi”.
E’ proprio quello uno dei temi infuocati della riunione all’Ars tra Gucciardi e i parlamentari democratici. Molti di loro stanchi del “doppio gioco” del Nuovo centrodestra. “Non è possibile – protesta uno dei deputati – che Ncd, così come era già successo per i punti nascita, salvi le proprie strutture (il riferimento è a quella di Bronte, città di Pino Firrarello, ndr) mentre il Pd riceve solo gli insulti dai sindaci. Non si può protestare nel proprio territorio contro lo stesso esecutivo di cui si fa parte. Non si piò essere costantemente di lotta e di governo. Questa vicenda adesso la risolva Roma”.
E sul tavolo del ministero sarebbe già arrivato il Piano di Gucciardi. Un altro dei motivi che ha fatto infuriare parte del gruppo parlamentare Dem, dopo le critiche sollevate già da alcuni esponenti della maggioranza: il capogruppo di Sicilia Futuro Beppe Picciolo ha anche scritto al premier Renzi chiedendo, in sostanza, di non applicare tout court il decreto ministeriale.
Ma come detto ieri la tensione era altissima a Palazzo dei Normanni. I deputati del Pd hanno chiesto a Gucciardi di “fare luce” sull’iter seguito per la redazione del Piano e anche, ovviamente, sul contenuto del documento. In particolare sui motivi per cui quel documento sia stato recapitato già al Ministero, prima ancora dell’esame – obbligatorio, tra l’altro – della commissione Salute all’Ars.
Molto duro, durante l’incontro, il renziano Giuseppe Laccoto. Ma non solo lui. Critici, tra gli altri, il deputato agrigentino Giovanni Panepinto (che è anche vicecapogruppo) e il parlamentare ennese Mario Alloro insieme ad altri “ex cuperliani”. A difesa di Gucciardi solo la capogruppo Alice Anselmo e il ragusano Nello Dipasquale. A fare da pompiere e “pontiere” invece Giuseppe Lupo che ha sottolineato come l’applicazione del decreto ministeriale debba valorizzare le eccellenze della Sanità siciliana. Assenti i “neo renziani” Sammartino (per motivi personali), Sudano e Ruggirello.
Insomma, quel Piano è da rifare. E lo stesso Gucciardi si sarebbe detto disponibile a “coinvolgere” il partito in quella che – al di là dei paletti tecnici – appare come una decisione dalla forte valenza politica. Anche perché – ecco un altro dei punti contestati a Gucciardi dai parlamentari – a fronte dei tagli e degli accorpamenti decisi dall’assessorato, non c’è ancora traccia dei tanto annunciati concorsi. Un “autogol” anche dal punto di vista elettorale, secondo diversi deputati del Pd.
“Ci rivedremo e ne parleremo” assicura intanto il presidente della Regione Crocetta. “Certamente – afferma – molte di quelle decisioni sono state imposte dal Ministero della Salute, ma credo sia necessario un confronto con i sindaci, con i territori”. Che nel frattempo stanno protestando contro le soppressioni e i tagli. “Gucciardi in questo momento – aggiunge Crocetta – è tra l’incudine e il martello. Tra le rappresentanze dei territori che vorrebbero che nulla venisse toccato, e il ministro Lorenzin che invece sembra voler toccare tutto. Dobbiamo trovare una soluzione tra questi due estremi”. Insomma, bisogna rimettere mano al Piano. “Il Ministero – continua il governatore – non può applicare solo logiche aritmetiche. Deve capire che la Sicilia ha un territorio anche montuoso, con Comuni spesso non facilmente raggiungibili e penalizzato da una rete stradale pessima”. Insomma, se ne riparlerà, e molto presto. “Roma la smetta con i diktat. Non ci butteremo dalla finestra – conclude Crocetta – solo perché il governo nazionale ci invita a farlo”. Basta col “doppio gioco” di Ncd. Lo hanno gridato in tanti, ieri, anche all’assessore Gucciardi. “Stiamo provando a salvare il soldato”, commenta qualcuno alla fine della riunione. Ma la guerra degli ospedali è solo all’inizio.