PALERMO – Un’accelerazione. Un’intensificazione dei controlli. Così sono saltati fuori i 700 appalti “sospetti” al momento al vaglio del Dipartimento tecnico dell’assessorato alla infrastrutture. “Sì, – conferma l’assessore Bartolotta – abbiamo, nei giorni scorsi, reso più intensa un’attività che è di routine. Il dirigente generale Vincenzo Sansono ha concentrato la propria attenzione sulle gare d’appalto frutto di interventi di ‘somma urgenza’ o in qualche modo ‘segnalate’”.
A impressionare, però, sono i numeri. Oltre 700 appalti di grosso importo, affidati senza alcuna evidenza pubblica. Ma su questo punto, Bartolotta è cauto: “I numeri possono dire poco o nulla. Certamente – spiega – negli anni passati la mole di appalti in Sicilia è stata davvero consistente. Prima di esprimere un giudizio, però, bisognerà attendere la fine del perzorso avviato dal dipartimento tecnico. E su questo punto – aggiunge Bartolotta – il dirigente Sansone ha piena autonomia. Ovviamente condivido e sostengo la sua attività di vigilanza e controllo”.
E dal canto suo, l’assessorato alle Infrastrutture, sta mettendo in campo nuvi strumenti: “Stiamo rimodulando il protocollo con l’Autorità di vigilanza sugli appalti. E anche da questo punto di vista intensificheremo controlli e attività. Inoltre – aggiunge Bartolotta – nelle prossime settimane pubblicheremo l’albo dei professionisti di fiducia dell’assessorato, di cui si sente l’esigenza ormai da alcuni anni”.
Sul caso dei 700 appalti alla Regione è intervenuto anche il Codacons: “L’infiltrazione mafiosa negli appalti – si legge in una nota diffusa dall’associazione di consumatori – è un cancro difficile da debellare, grazie anche la corruzione esistente nella pubblica amministrazione. Un aspetto che contribuisce a cristallizzare una situazione a forte rischio di infiltrazione mafiose, – prosegue la nota – risiede nelle persone coinvolte nel procedimento e competenti a bandire le gare, che non sono assoggettate al vincolo della rotazione. Il Codacons chiede ai Comuni di porre in essere criteri rotativi nella scelta dei soggetti chiamati non soltanto a giudicare le offerte di gara, ma anche a determinare, a monte, i criteri, e quindi a redigere i bandi, i capitolati e i disciplinari di gara”.