Uccise un'amica della moglie, la difesa chiede altre attenuanti

Uccise un’amica della moglie, la difesa chiede altre attenuanti

La Procura ha chiesto 24 anni: si torna in aula a dicembre

CATANIA – La difesa di Piero Maurizio Nasca, l’operaio per cui il pm di Catania ha chiesto 24 anni di carcere con le accuse di omicidio e tentato omicidio, chiede altre attenuanti. L’avvocato Fabio Presenti ha chiesto di riconoscere l’attenuante della “provocazione” e di escludere così l’aggravante di aver agito per motivi “abietti e futili”.

Nasca è imputato per l’assassino della 69enne di Centuripe Concetta De Bormida. La donna fu volutamente investita a morte nella zona industriale di Catania, il 10 giugno 2023. Tra le accuse c’è anche il tentato omicidio della moglie di Nasca, la signora Anna Longo.

La seminfermità

All’imputato già la Procura ha riconosciuto l’attenuante della seminfermità. Per l’accusa lui incolpava la povera signore De Bormida di aver fatto pressioni sulla moglie per allontanarlo. Se la tesi del difensore di Nasca fosse accolta, e se cadesse così l’aggravante dei motivi abietti e futili, allora la sentenza sarebbe emessa ai sensi del rito abbreviato.

La difesa ha chiesto proprio questo. Si tornerà in aula il 16 dicembre per le repliche del pm e la sentenza. In aula hanno svolto le loro arringhe anche gli avvocati di parte civile. Si sono costituiti infatti i familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Emanuela Fragalà; e la signora Longo, assistita dall’avvocato Nicoletta Pistarà.

Le prossime udienze

Le udienze si celebrano dinanzi alla Corte d’assise, quarta sezione penale, presidente Maria Pia Urso. L’assassino, come detto, ha più volte reso dichiarazioni ed ha confessato e poi ha in parte ritrattato di aver avuto volontà di uccidere, dicendo che voleva solo mettere paura alla vittima.

Una tesi singolare, considerato che per “mettere paura”, come dice lui, ha travolto due persone con la sua Opel Meriva per più di una volta. Nel corso delle indagini, la difesa ha fatto acquisire alla Procura la documentazione clinica dell’indagato. Nasca aveva infatti aggiunto di esser stato per tre anni in cura al Sert di Giarre e di esser stato ricoverato a Trecastagni.


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