"Un boato devastante, poi il silenzio | Così siamo scampati alla frana" - Live Sicilia

“Un boato devastante, poi il silenzio | Così siamo scampati alla frana”

Il costone di Mondello da cui è caduto il masso (foto Panzica)

Il racconto.  "Un boato devastante, un tremore che sembrava infinito durato forse 40-50 secondi, i più lunghi della mia vita. poi una fiammata, la luce che va via e tutto si ferma nel più assoluto silenzio". Nella foto: il costone da cui è caduto il masso che ha ucciso una donna a Mondello.

Palermo, il precedente
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PALERMO- L’incidente che ha ucciso una donna a Palermo (un masso le ha distrutto casa) era già accaduto nel febbraio 2009. Così come oggi, un grosso masso si staccò dal monte di Capo Gallo e finì sulla casa di Pietro Lugaro, commerciante palermitano di 48 anni. “Un boato devastante, un tremore che sembrava infinito durato forse 40-50 secondi, i più lunghi della mia vita. Poi una fiammata, la luce che va via e tutto si ferma nel più assoluto silenzio”, racconta il commerciante dicendo che l’incidente sarebbero potuto costare la vita a lui, alla moglie, alle sue figlie allora di 9 e 3 anni, ai suoi suoceri e a sua cognata.

Loro abitavano in una casa non distante da quella di Ornella Paltrinieri rimasta stanotte sotto le macerie, travolta da un masso staccatosi dalla montagna. “Erano le 5.55 del 13 febbraio 2009. Non dimenticherò mai più quegli istanti – dice Lugaro -. Era una notte di tempesta e i fulmini illuminavano tutto a giorno. Sembrò quasi un terremoto infinito. Dopo che il tremore si calmò, essendo completamente al buio e convinti che si fosse forse rotto qualche vetro, evitammo di andare a controllare in piena notte. Fu mio suocero al mattino a mostrarci gli effetti di quella frana che aveva sfiorato le nostre vite”. Metà dell’immobile non c’era più, i grossi massi si trovavano dentro il salotto sventrato. La famiglia Lugaro venne sgomberata e rimase senza casa per quasi quattro anni.

“I lavori fatti allora hanno messo in sicurezza solo la parte di costone che si affaccia sulla nostra casa – dice – perché le autorizzazioni e i fondi si limitavano a questo intervento. La protezione civile censì, però, almeno 30 o 40 altri grandi massi a rischio frana. Sono ancora tutti lì, noti e segnalati ma non c’è stato alcun intervento”. Il costone in questione è lo stesso della tragedia di oggi. L’abitazione dei Lugaro si trova in contrada coda di Volpe di Capo Gallo. “Non saranno più di duecento metri dal luogo della tragedia di oggi – dice preoccupato Pietro Lugaro – sono tragedie annunciate. Lo sanno tutti come stanno le cose e quale sia il rischio. Doveva scapparci per forza il morto?”. (ANSA)


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