Un colpo di fucile al volto | Così è stato ucciso Antonino Patti - Live Sicilia

Un colpo di fucile al volto | Così è stato ucciso Antonino Patti

Non fu un colpo d'ascia sferrato dal suo assassino ad ammazzare il 70enne belpassese: ad ucciderlo, una fucilata secca al volto. Le indagini proseguono serrate.

La vittima, Antonino Patti

CATANIA. Antonino Patti, il 70enne rinvenuto agonizzante (e poi morto) lo scorso 15 maggio nelle campagne a sud di Paternò ed al confine con Belpasso, è stato ucciso con un colpo al volto esploso da un fucile calibro 12. Viene così smentita l’ipotesi, rimasta in piedi fino a ieri, che l’arma del delitto fosse stata un’ascia scagliata all’altezza della nuca dall’assassino mentre l’ignara vittima si trovava di spalle. Il colpo di fucile, sebbene non esploso a bruciapelo, sarebbe stato sparato a distanza ravvicinata: ad uno, al massimo due, metri di tiro. Un unico e solo colpo: secco e preciso. Uno solo, del resto, il pallino recuperato a terra dai militari della Scientifica. Una esecuzione vera e propria molto probabilmente già pianificata da tempo e che vista la modalità, adesso, non esclude alcuna pista: a partire da quella legata alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Una sorta di regolamento di conti dovuto a qualche sgarro.

Resta tutto da decifrare, invece, il movente così come resta da individuare la mano che con efferatezza ha compiuto l’omicidio. Il belpassese Antonino Patti, che aveva precedenti per usura, estorsione, associazione mafiosa e ricettazione risalenti a prima del 2000, è stato freddato attorno alle 7 del mattino mentre con la sua auto (una Toyota) stava per accedere al proprio fondo agricolo. Dopo l’agguato era rimasto riverso a terra in condizioni disperate: era stato un automobilista di passaggio lungo la provinciale 77 ad allertare i soccorsi: ma per Antonino Patti non c’era più nulla da fare e nonostante la corsa disperata in eliambulanza morirà al Cannizzaro di Catania.

Nelle scorse settimane, sono stati interrogati parenti e conoscenti della vittima. Ma, sinora, è emerso ben poco. Ed, allora, si scava ancora nel passato dell’uomo e, soprattutto, nella sua attività che da qualche tempo lo vedeva impegnato nel campo del fotovoltaico. A condurre le indagini sono i carabinieri della Compagnia di Paternò coordinati dal sostituto procuratore Marisa Scavo.


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