PALERMO – Ballardini o Corini. Corini o Ballardini. Senza escludere sorprese. Un mantra che oramai contraddistingue il lunedì in casa Palermo. Dopo l’ennesima sconfitta, a proposito della quale le responsabilità della gestione tecnica sono marginali. Eppure si torna a parlare di un possibile avvicendamento. Una volta per incomprensioni tra allenatore e presidente, un’altra per una debacle mal digerita, un’altra ancora per la necessità di fare chiarezza sul futuro prossimo ma non solo. Sinora il Genio, vuoi per un motivo vuoi per un altro, è rimasto sulla panchina rosanero, chissà se anche questa volta lo scossone produrrà solo polvere. Dimissioni, esonero o conferma: con Zamparini in agguato, vietato scartare alcuna ipotesi.
In tutto questo, bisogna fare i conti con un k.o. che sa tanto di sentenza. E non perché il Palermo contro l’Inter abbia giocato una brutta gara, anzi i rosa hanno lottato alla pari per più di un’ora salvo poi cadere per una combinazione vincente sull’asse Candreva-Joao Mario su cui la retroguardia dei padroni di casa non è comunque esente da responsabilità, ma a causa di numeri impietosi che mettono in ginocchio Posavec e compagni. Appena 10 i punti raccolti in 21 gare, 11 le lunghezze da recuperare all’Empoli nelle restanti 17 sfide. Dunque, il distacco dalla zona salvezza è addirittura superiore ai punti sinora accumulati: serve un miracolo. E la rosa allestita in estate non sembra attrezzata per compierne. La situazione è quasi del tutto compromessa, nonostante la matematica ancora assicuri al Palermo la possibilità di credere nell’impresa.
Ora bisogna comprendere quale sarà l’atteggiamento della società in sede di mercato. L’arrivo di Salerno sarà propedeutico all’acquisizione di una serie di rinforzi coi quali provare la scalata all’Everest oppure servirà per cedere al miglior offerente i pochi pezzi pregiati di una squadra a cui non fanno difetto falle e lacune? Il timore è che la strada scelta possa essere quest’ultima, con una rosa composta da giovani alle prime armi ed elementi da valorizzare per chiudere nel miglior modo possibile la stagione. D’altronde l’indicazione di Zamparini, dopo la sconfitta di Empoli, era stata proprio questa. Da lì nascono le frizioni con Corini che hanno dato vita all’ennesima tempesta che stava per costare il posto al tecnico di Bagnolo Mella un paio di settimane fa. Hiljemark è praticamente da considerarsi un ex, destino analogo potrebbe toccare a Quaison e Goldaniga. Tra otto giorni sarà tempo di bilanci a chiusura della finestra invernale di trattative.
Nel frattempo il cuore del tifo rosanero abbandona la squadra al proprio destino. La curva nord desolatamente vuota ha riportato alla memoria ricordi che parevano appartenere alla preistoria del calcio palermitano e che invece tornano vividi al culmine di una situazione sportivamente compromessa. Il distacco tra città e club è oramai netto, il silenzio del “Barbera” certifica una situazione oramai nota da tempo. Mancano ancora più di quattro mesi al termine della stagione, eppure si avverte nello sguardo dei giocatori e nella sfiducia palesata dai sostenitori quel clima di insofferenza che rischia di rendere oltremodo complicato il finale di un’annata partita male e proseguita peggio. Adesso la trasferta di Napoli, anche se parlare di campo a questo punto rischia di essere un mero esercizio stilistico. A metà percorso sembra già tutto scritto.