“Un uomo disperato. E’ arrivato vicino alla banchina velocemente, con la voglia di aiutare quei ragazzi, poi il suo volto si è trasformato, si è coperto di lacrime, di incredulità. E subito dopo, soltanto urla di dolore”. A raccontare lo strazio di quei momenti è Agnese, romana di 27 anni in vacanza per qualche giorno ad Ustica. “Io e i miei amici – dice – siamo arrivati sull’isola proprio ieri. Abbiamo lasciato i bagagli al camping e abbiamo fatto un giro per scegliere un locale in cui cenare. Nella zona del porto abbiamo notato la folla. Ci siamo chiesti se ci fossero ancora delle partenze e se stessero arrivando altre persone, ma erano davvero tante. Per questo ho pensato subito a qualcosa di grave, e avevo purtroppo ragione. Abbiamo subito sentito parlare di due ragazzini, si diceva avessero spostato una macchina parcheggiata sulla banchina”.
La Fiat Panda che Bartolomeo Licciardi e Fedi Sta avevano poco prima rubato, infatti, era tra quelle dei turisti che dovevano tornare a Palermo. “I soccorsi sono arrivati prestissimo, ma tra quei soccorritori c’era il padre di uno dei due. E’ arrivato con l’ambulanza, la sua vocazione – aggiunge la ragazza – l’ha fatto immediatamente avvicinare ai due giovani, ma non avrebbe mai potuto pensare che tra le due vittime ci fosse suo figlio. Una scena terribile. Oggi c’è un’atmosfera strana, molto cupa. Qui si conoscono tutti, l’aria vacanziera sembra non esserci più. E mi sembra il minimo – conclude Agnese – si sono spezzate due giovani vite”.