CATANIA – Servirà subito una maggioranza qualificata per poter essere eletti a Rettore dell’Università di Catania. E quella di domani, lunedì 23 giugno, è solo la prima fiche a disposizione dei quattro candidati.
Il voto per il Rettore di Catania
Ad essere chiamati al voto saranno 1357 docenti, 1158 dipendenti del personale tecnico-amministrativo – qui, attenzione, si procede per voto ponderato) e 95 studenti e studentesse, in rappresentanza di Senato accademico, Consiglio di Amministrazione e Commissioni paritetiche dipartimentali.
Per un totale degli aventi diritto di 1734 votanti. Quorum per l’elezione nei primi tre turni – con il secondo e il terzo in programma per il 26 e il 30 giugno) che è di 862 preferenze.
Se si dovesse registrare un nulla di fatto nel raggiungimento del quorum, ultimo turno alle urne il prossimo 3 luglio: in quel caso verrebbe eletto Rettore chi ottiene più voti tra i due andati al ballottaggio.
I candidati

Salvatore Baglio
Professore ordinario di Misure elettriche ed elettroniche al Dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica e informatica (DIEEI). Fellow dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers nel 2013 per i contributi allo sviluppo di microsensori e magnetometri, e presidente della IEEE Instrumentation and Measurement Society per il triennio 2020/22.
“Voglio avere una Università autorevole e attrattiva. In questo posto voglio restarci perché ho capito ed ho visto che quello che imparo qui mi serve per poter andare da qualunque parte. Dalla burocrazia alla didattica fino alla comunicazione: occorre progettare e lavorare come un’unica squadra”.
Enrico Foti
Professore ordinario di Idraulica al Dipartimento di Ingegneria civile e Architettura (DICAR), che ha diretto dal 2014 al 2022. In ambito accademico è stato Visiting Scientist al MIT di Boston e Visiting Researcher alla Naval Postgraduate School in California. È membro della Cabina di regia per la Siccità della Regione Siciliana e collaudatore della Nuova Diga Foranea di Genova.
“Ritengo di avere lavorato bene. Sono assolutamente persuaso di avere dalla mia la squadra migliore e più di quello che abbiamo fatto non avremmo potuto. Sono molto sereno grazie anche ad un programma allestito con tantissimi colleghi. Vedremo, certo, come le nostre proposte verranno recepite dall’elettorato: ma abbiamo dato davvero tutto quello che è nelle nostre competenze e capacità”.
Ida Angela Nicotra
Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale al Dipartimento di Giurisprudenza. Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, componente del comitato scientifico della Scuola di formazione politica “Piersanti Mattarella”, già componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (2014-2020).
“È stata una competizione certamente entusiasmante. Un momento di grande crescita per me e che mi ha permesso di conoscere difficoltà e problemi ma anche proporne le soluzioni. Ho messo a punto il mio programma che raccoglie l’ascolto della comunità accademica con una profonda prospettiva per il futuro. Ma al tempo stesso è stata una competizione dura: un fatto probabilmente fisiologico”.
Pierfrancesco Veroux
Professore ordinario di Chirurgia vascolare e direttore del Dipartimento di Chirurgia generale e specialità medico chirurgiche. È inoltre direttore dell’UOC di Chirurgia Vascolare e Centro Trapianti dell’AOU Policlinico-San Marco di Catania e Principal Investigator del protocollo sperimentale di Trapianto di Utero, autorizzato dal Centro Nazionale Trapianti e dall’Istituto.
“Ho impostato la mia campagna sulla progettualità e sulle idee. Per il resto, da parte nostra, non c’è mai stato interesse alla polemica e l’ho ampiamente dimostrato in ogni occasione pubblica. Dal mio punto di vista è stata una campagna elettorale tranquilla ed ho cercato di portare avanti idee precise e che potessero essere quelle necessarie ad affrontare le sfide dei prossimi anni”.
La parola alle urne
Sarà una lunga domenica di vigilia quella di oggi. Domani la parola passa formalmente alle urne. Da lì emergerà il quadro delle possibili (ed eventuali) alleanze qualora non si dovesse raggiungere il quorum della maggioranza qualificata. Ma questa è un’altra storia. E, soprattutto, decisamente prematura.
Il dopo-Priolo è ufficialmente scattato.