CATANIA – Dovranno essere ripetuti tutti i colloqui atti all’individuazione della figura del direttore generale dell’ateneo di Catania, compreso quello dell’attuale direttore Candeloro Bellantoni e dell’ex direttore Lucio Maggio, non ammesso alla procedura di selezione pubblica svoltasi poco meno di due mesi fa. Lo ha stabilito la prima sezione del Tar di Catania che ha accolto il ricorso presentato da Maggio, e disposto tramite ordinanza 509/2017 la sospensione della procedura selettiva che ha portato all’elezione di Bellantoni.
“Sussiste – si legge nell’ordinanza emessa dal presidente Antonio Vinciguerra e dall’estensore Dauno Trebastoni – il lamentato difetto di motivazione sulla mancata ammissione del ricorrente al colloquio, visto che non sono in alcun modo percepibili le ragioni per le quali la commissione – nella comparazione con gli altri concorrenti – ha ritenuto di escluderlo”. Maggio nel presentare ricorso ha contestato, fra le altre cose, il fatto di essere stato escluso ai colloqui senza che l’Università abbia fornito alcun chiarimento in merito. Trattandosi di una nomina fiduciaria l’ateneo non sarebbe cioè stato tenuto a motivare nel dettaglio la non ammissione di Maggio. Ma per il Tar non è affatto così.
“Il ricorso appare fondato, considerato che la commissione de qua è da ritenere una vera e propria commissione di esame, con poteri decisori autonomi, e soggetta agli obblighi di legge previsti in materia di procedure concorsuali (ragione per la quale essa risulta peraltro illegittimamente formata, e anche tale circostanza appare concretizzare il lamentato eccesso di potere per sviamento), compreso l’obbligo di pubblicizzare le date dei colloqui (del cui avvenuto adempimento non è stata data prova)”. Sostanzialmente, l’università nell’espletamento delle procedure di conferimento dell’incarico di nuovo direttore generale – pur avendo per legge la possibilità di esercitare il potere di nomina fiduciaria – si sarebbe poi nei fatti avvalsa delle modalità di selezione pubblica (concorso pubblico) . E pertanto, – secondo il Tar – avrebbe a maggior ragione dovuto svolgere i colloqui a porte aperte pubblicizzando le date delle sedute e motivando le ragioni che avrebbero portato ad escludere Maggio dalle selezioni.
Il Tar stabilisce inoltre il carattere illegittimo della commissione di esperti andata a comporsi per la selezione del nuovo direttore. “(…) la circostanza – si legge ancora – che più di un membro di quella commissione non sembra essere in possesso di qualificazione utile a consentire di ritenerlo un “esperto” al fine della procedura in esame, sembra concretizzare il lamentato eccesso di potere per sviamento”.
L’ordinanza fa inoltre riferimento ai requisiti in possesso del direttore Bellantoni rispetto a quelli di Maggio, individuando in tal senso delle presunte disparità di trattamento. “Sull’applicazione – scrivono i giudici amministrativi – dei criteri di significatività degli incarichi svolti, in ragione della complessità e della tipologia delle strutture presso le quali i medesimi sono stati espletati”, rende non comprensibile la non ammissione al colloquio di Maggio, sia in relazione al fatto che il ricorrente è stato direttore generale proprio dell’Università di Catania, classificata tra le “mega” Università, e sia in relazione alla circostanza che il soggetto nominato vincitore della procedura in esame, dr. Bellantoni, è stato direttore generale dell’Università di Milano Bicocca, classificata invece tra le Università (solo) “grandi”, inferiore a quella di Catania, tra l’altro, per bilancio, numero di dipendenti, di docenti e di studenti; di conseguenza, sembra sussistere la lamentata disparità di trattamento, sia con riferimento al dr. Portoghese che al dr. Bellantoni”.
E la decisione del Tar rappresenta intanto un primo importante passo per il legale di Lucio Maggio, l’avvocato Rocco Mauro Todero. “Esprimo soddisfazione – ha dichiarato – per la recente decisione cautelare con la quale il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia – sezione di Catania – ha accolto le censure di illegittimità che abbiamo rivolto nei confronti della procedura di selezione del Direttore Generale dell’Università di Catania. Confido nella volontà del rettore di volere salvaguardare l’onore ed il prestigio di un’istituzione così importante per i cittadini catanesi e siciliani, dando immediata e puntuale esecuzione all’ordine del giudice di ripetere la procedura selettiva”.
E l’università dal canto suo ha già dichiarato di volere prestare totale acquiescenza alla decisione dei giudici amministrativi. Il rettore dell’ateneo catanese Francesco Basile ha affrontato la questione pochi giorni fa in occasione della conferenza stampa organizzata per illustrare le attività condotte a distanza di cinque mesi dal suo insediamento. “Riteniamo che l’ordinanza del Tar sia assolutamente giusta. Il collegio giudicante ha fatto delle considerazioni fondate. Verranno effettuati nuovamente i colloqui. Poi starà all’università prendere ogni decisione”.