Politica

Università, sfida tra camici bianchi per il dopo Micari

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21 Giugno 2021, 05:33

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PALERMO – Poco più di un mese e l’università di Palermo avrà il suo nuovo Rettore. A sfidarsi il 27 luglio, giorno della prima votazione, che si svolgeranno in maniera telematica, saranno i camici bianchi Massimo Midiri e Francesco Vitale.

Midiri, che ha indicato per la carica di Pro Rettore vicario Enrico Napoli, è ordinario di Radiologia e già ricoperto l’incarico di Consigliere di Amministrazione per il periodo 2017-2019 all’interno dell’Ateneo palermitano. Tra le sue esperienze c’è la presidenza della Società Italiana di Radiologia Medica per gli anni 2017-2020, mentre dal 2019 al 2021 ha guidato il Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Istituto Giglio di Cefalù.

Vitale che è ordinario di Igiene, invece, ha indicato il giurista e professore di Diritto Privato Enrico Camilleri come Pro Rettore. Vitale è epidemiologo e medico di sanità pubblica, già componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità nonché presidente della Scuola di Medicina e Consigliere di Amministrazione dell’Ateneo palermitano. 

Dopo sei anni, quindi, Fabrizio Micari sarà costretto ad abbandonare questo prestigioso ruolo. Un ruolo difficile, che giornalmente deve far fronte a mille e più difficoltà. Questo ruolo è uno dei più prestigiosi del capoluogo siciliano. Dall’università vengono fuori i politici del futuro, i medici, gli ingegneri ecc…

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Micari in questi suoi anni da Rettore ha dovuto affrontare il polverone sollevato dal mancato superamento della prova del concorso indetto nel 2019 dall’Ars per assumere 11 assistenti parlamentari. Su 250 laureati sono 100 elaborati erano sufficienti. All’epoca il Rettore diede la colpa alla poca scrittura in seno all’università, ma anche al grande numero di iscritti presenti nell’ateneo siciliano, ma questa non fu il solo polverone alzato da Micari.

Nel 2017, due anni dopo aver sostituito Lagalla, Micari si candidò a presidente della Regione Siciliana. Questa sua candidatura scatenò le proteste di molti studenti, che chiedevano le immediate dimissioni per incompatibilità, a loro si aggiunse anche la protesta di ben 71 docenti.

I due programmi hanno qualche punto in comune come l’internazionalizzazione dell’università e l’aumento del numero degli iscritti, ma con conseguente aumento del numero dei docenti e della qualità degli studi. Ognuno avrà una propria strategia che, chiunque sarà il vincitore, creerà dei malcontenti, ma questo accade da sempre e accadrà per sempre.

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21 Giugno 2021, 05:33

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