Veronica Panarello resta in carcere | Loris non ha subito violenza sessuale - Live Sicilia

Veronica Panarello resta in carcere | Loris non ha subito violenza sessuale

La decisione del Gip. Convalidato il fermo. In corso accertamenti sul telefono ritrovato per verificare i giorni in cui la madre del bimbo lo ha usato e a chi ha telefonato. I risultati delle perizie. LA CRONACA DELLA GIORNATA.

il giallo di santa croce camerina
di
7 min di lettura

RAGUSA – Loris Stival non ha subito violenze sessuali né il giorno in cui è stato ucciso né precedentemente. Lo hanno stabilito le prime perizie medico legali che, in via preliminare, sono state già consegnate alla Procura di Ragusa. La notizia è stata confermata da fonti attive nell’inchiesta. Questa è l’ultima notizia di una giornata convulsa sulla vicenda e il delitto del piccolo Loris, una giornata che qui riassumiamo.

Convalidato il fermo

Una “ricostruzione compatibile”, con l’auto di Veronica Panarello che “passa per due volte nella strada del Mulino Vecchio”, nella zona dove è poi trovato il corpo di Loris. Ma soprattutto “non si è trovata dove ha detto di essere, risultando altrove”. Sono le presunte ‘bugie’ di Veronica Panarello a convincere il Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, a convalidare il fermo e ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la mamma del bambino di 8 anni ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. L’avrebbe strangolato con fascette di plastica e poi avrebbe buttato il corpo nel canalone accanto al Mulino Vecchio. Un passaggio, nella zona del luogo del ritrovamento, che lei ha sempre smentito, quella sulla strada poderale che lo fiancheggia. Ma che nell’ordinanza ‘raddoppia’: sono due i momenti in cui le telecamere di un’area di servizio e di un’azienda privata la inquadrano. La prima volta, intorno alle 08:30 e la seconda tra le 09:25 e le 09:36. In questa seconda ripresa manca 6 minuti dalle telecamere: un ‘buco’ video e temporale che, secondo i magistrati, potrebbe stato utile a andare nel canalone, gettare il corpo del figlio e andare via.

Lei ha sempre negato, ma il Gip ha ritenuto attendibile la ricostruzione fatta dalla Procura di Ragusa, supportata dalle indagini di polizia e carabinieri. Sarebbe stata lei, dopo avere lasciato Loris a casa, che rientra nel palazzo senza salire in auto, ad accompagnare alla ludoteca il figlio più piccolo e poi tornata a casa a strangolare con una fascetta il bambino, portando il corpo nel luogo del ritrovamento. Si è recata quindi a Donnafugata per partecipare a un corso di cucina e infine va a scuola a ‘fare finta’ di prendere Loris, denunciandone la scomparsa. Per la Procura e il Gip resta oscuro il mistero, ma l’unica indiziata dell’omicidio, al momento, è soltanto lei. Veronica Panarello ancora non sa della decisione del Gip. Il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, la informerà domani, quando la incontrerà nel carcere di Catania dove è in custodia in isolamento. Sulla decisione del giudice il penalista è lapidario: “ne prendiamo atto, la studieremo e poi presenteremo ricorso al Tribunale del riesame di Catania”, La battaglia legale è imperniata sul ‘Grande fratello’ di Santa Croce Camerina: telecamere, satelliti di Google Earth, intercettazioni e controlli sui tabulati telefonici. Un intreccio di dati e frame dalla quale dovrà venire fuori la verità. Per la Procura la linea è già chiara: “la donna ha mentito su spostamenti e orari, e ha mantenuto la stessa linea di condotta anche davanti alle contestazioni”. Una tesi condivisa dal Gip. La difesa la chiama “coerenza e chiarezza”. Una chiarezza, che secondo il legale di Veronica Panarello, mancherebbe nei filmati, piene di “ombre e sagome, con poche certezze”. Il giorno del delitto è anche diventata una ricostruzione video realizzata dagli investigatori: trenta minuti che mettono assieme tutte le immagini delle telecamere che inquadrano la mattina del 29 novembre la Polo nera di Veronica. Almeno una ventina, secondo polizia e carabinieri, sarebbero di “ottima” definizione, con una visione chiara e dettagliata. Messe a confronto con quelle dei giorni precedenti al ‘sabato maledetto’ mostrerebbero la mamma di Loris cambiare strada, usare un percorso alternativo al consueto. E soprattutto non andare alla scuola di Loris e passare due volte nella zona del Mulino Vecchio,

La Procura ha vagliato le ‘bugie’ di Veronica, ma anche certe sue improvvise ‘aperture’ a sorpresa: come quando consegnando le fascette bianche di plastica alle maestre di Loris due giorni dopo il ritrovamento del corpo. E’ un elemento nuovo e la chiama in causa. Ma è lei a dare il via agli accertamenti che permetteranno di accertare causa ed effetto nell’omicidio del figlio: strangolato con fascette compatibili con quelle che lei aveva in casa. Si sgonfia invece il ‘giallo’ del cellulare segreto che Veronica avrebbe confessato alla sorella Antonella, dopo il delitto, di avere nascosto. Era in uso a un’amica 30enne alla quale la mamma di Loris lo aveva prestato, perché il suo si era rotto. E’ la stessa 30enne a rivelare che nello smartphone “c’erano foto e video di Loris, e tutte le cose di cui una mamma è orgogliosa”. L’apparato, consegnato a polizia e carabinieri, è stato già controllato e non è risultato contenere elementi utili alle indagini. Il delitto resta con temi ancora sospesi: primo tra tutti il movente. Incertezze che, forse, possono essere spiegate con la personalità della donna e il suo passato, tra delusioni affettive e tentativi di suicidi per chiedere attenzione. Ipotesi, ovviamente. Ma i magistrati vogliono fare chiarezza fino in fondo. Anche oggi, nel giorno dell’attesa della decisione del Gip, la Procura ha coordinato indagini e incontri investigativi, perché, spiegano, “l’inchiesta non si ferma con la decisione del Gip”.

Nessun mistero dal telefonino

Un cellulare “segreto”, che Veronica Panarello avrebbe “nascosto”, contenente foto e video del figlio Loris e, magari, contatti e informazioni utili per risalire all’eventuale complice dell’omicidio. A questo si è pensato, dopo le dichiarazioni rese a verbale da Antonella Panarello, sorella maggiore di Veronica e, dunque, zia del bambino ucciso. Ma il “giallo” del telefonino sembra ora essere risolto: non era stato nascosto ma solo consegnato dalla donna a una sua amica, che aveva rotto il proprio e lo usava con un’altra sim. Antonella Panarello, al pm che le chiedeva “quanti numeri di telefono ha sua sorella”, risponde: “Non ho alcun numero però mi risulta che avesse più utenze”. E continua. “Il lunedì sera (cioè due giorni dopo il delitto – ndr) Veronica ha detto di aver nascosto talmente bene il suo cellulare che conteneva le foto e i video di Loris; Veronica ha detto che avrebbe dato quel cellulare solamente alla persona che sarebbe stata in grado di farle 10 dischetti con i video di Loris. Io – conclude Antonella – non ho visto qual era il cellulare in quanto Veronica lo aveva già ben nascosto”.

A chiarire i dubbi degli inquirenti su questo misterioso telefonino e sul suo contenuto è stata però la stessa Veronica, che – secondo quanto si è appreso – ha spiegato di averlo prestato alla sua migliore amica, che aveva il telefonino rotto. Quest’ultima lo ha utilizzato con la propria sim e nell’apparato sono rimaste le riprese di Loris che la madre aveva realizzato. Il telefono della 30enne, che abita a Gela e ha parenti a Santa Croce Camerina, intercettata dopo l’omicidio proprio per i suoi stretti legami con l’indagata, si ‘rompe’ l’estate scorsa. E’ la mamma di Loris che le avrebbe detto “non ti preoccupare, ti presto il mio”. Da allora il telefonino è rimasto in mano all’amica che l’ha utilizzato usando la propria sim. All’interno del cellulare sono rimaste le foto e i filmati di Loris, ai quali Veronica Panarello si riferisce parlando con la sorella Antonella. Secondo quanto si apprende, il telefonino, che è stato consegnato a polizia e carabinieri dopo il delitto, è stato già esaminato e al suo interno sono stati effettivamente trovati filmati e video del bambino. Come ha spiegato la giovane che lo aveva ricevuto in prestito, esso conteneva “foto e video di Loris, e tutte le cose di cui una mamma è orgogliosa”. Dai tabulati non emergerebbero elementi utili alle indagini.

Morto il bisnonno

Un nuovo lutto in casa Stival. E’ morto il bisnonno del piccolo Loris, Giuseppe Aprile. L’uomo aveva 89 anni ed era il nonno materno di Davide Stival, il papà del bambino di 8 anni del cui omicidio è accusata la madre, Veronica Panarello. I funerali sono stati celebrati nel pomeriggio nella Chiesa di San Giovanni Battista. Alla funzione non erano presenti né Davide Stival né suo padre.

(Ansa)


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI