SANTA CROCE CAMERINA – Una misura cautelare che ipotizza, a vario titolo, i reati di estorsione, spaccio sostanze stupefacenti e risse aggravate, avvenute in più riprese tra il dicembre 2024 ed il marzo scorso, è stata eseguita a Santa Croce Camerina da carabinieri del nucleo Operativo di Ragusa e della locale stazione dell’Arma.
Al centro del provvedimento, emesso dal gip su richiesta della Procura Iblea, il continuo fronteggiarsi di due famiglie, una italiana e l’altra tunisina, per un presunto debito di alcune migliaia di euro legato a un acquisto di droga non pagata.
Le indagini sono state avviate dopo la denuncia di una famiglia tunisina sule minacce e aggressioni a un loro figlio, con un tentativo di estorsione, da parte di una famiglia di Santa Croce Camerina che chiedeva i soldi. Il debito al centro della contesa, ricostruisce la Procura di Ragusa, diretta da Francesco Puleio, “contratto in più riprese e le minacce tramite social network per riscuotere le somme mai ricevute, hanno poi segnato il passo verso un’escalation che, dalla pretesa estorsiva nei confronti della famiglia tunisina, è infine culminata in due pesanti risse aggravate, avvenute lo scorso marzo a pochi giorni di distanza l’una dall’altra”.
L’inchiesta ha quindi portato agli arresti domiciliari un 20enne di Santa Croce Camerina, indagato per spaccio di sostanze stupefacenti, tentativo di estorsione e rissa aggravata, e un 25enne tunisino indagato per lesioni personali aggravate, per la partecipazione alle risse e il porto di oggetti atti ad offendere. Obbligo di firma e obbligo di dimora per gli altri soggetti coinvolti nel tentativo di estorsione: un 53enne e un 28enne, rispettivamente padre e fratello dell’arrestato. Obbligo di dimora, invece, per un 59enne, padre del tunisino arrestato. Durante l’operazione sono state eseguite dai carabinieri perquisizioni sono stati denunciate altre tre persone coinvolte a vario titolo nelle risse.

