Riceviamo e pubblichiamo un intervento del segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, nel giorno in cui i dem aprono la loro Festa dell’Unità in Sicilia
Con l’overture di oggi a Lampedusa, inizia la Festa dell’Unità del Partito democratico siciliano. Domani ci sposteremo ad Agrigento, dove fino a sabato sera ci saranno tre giorni di dibattiti e confronti con la presenza dei dirigenti siciliani, di diversi big nazionali e con l’atteso intervento della nostra segretaria, Elly Schlein.
La sanità al primo posto
La Festa vuole marcare la nostra iniziativa politica sui temi tradizionalmente a noi cari. Innanzitutto il rilancio della sanità pubblica, attanagliata da una mala gestio tutta in salsa siciliana, fatta di carenza di programmazione e distribuzione delle risorse verso i convenzionati privati.
Ripartire dalla scuola
I dati sulla dispersione scolastica, poi, ci preoccupano molto. Continuano ad essere i più alti d’Italia e il limite per il dimensionamento scolastico fissato dal governo Meloni impedisce un’adeguata organizzazione delle strutture scolastiche. Così come, a questo tema, va necessariamente agganciato quello della povertà educativa che, nella nostra Regione, va posta al centro dell’agenda politica. Perché è da questi dati che si originano diseguaglianze ed esclusione sociale.
Il nodo trasporti
Ed ancora, la gravissima situazione sul trasporto pubblico. La notizia, di oggi, del blocco delle corse della compagnia Caronte dal primo ottobre verso le isole minori, con il licenziamento di 71 persone, è solo l’ultima tegola in ordine di tempo, dopo i ritardi dei traghetti verso le Eolie che ha fatto disperare i turisti per tutta l’estate. A questo bisogna aggiungere l’Ast che cancella migliaia di corse ogni mese; il caro voli con il governo che, con l’emendamento presentato sul dl asset, fa retromarcia sui tetti di spesa; l’inadeguatezza della gestione degli scali aeroportuali; l’autostrada Catania-Palermo che è diventata ormai una lunghissima e pericolosissima gincana. Sono queste le istantanee di un sistema che è al collasso. In una delle regioni più povere i siciliani, ahimè, sono impoveriti anche dal costo sopportato per gli spostamenti, con una benzina che supera i due euro al litro ormai.
Acqua pubblica
Durante la Festa rilanceremo le nostre proposte sui rifiuti e sull’acqua pubblica, sui servizi pubblici essenziali che sembrano ormai fuori dall’agenda del governo regionale. E sulla necessità di maggiore trasparenza e quindi di legalità, troppo spesso passata in secondo piano. In particolare in materia di appalti.
Pnrr e Zes
Diversi momenti riguarderanno la prospettiva dello sviluppo sostenibile della nostra Isola, che non può non essere fondato “solo” sulla conversione ecologica – messa in discussione dalla revisione del Pnrr e dall’introduzione della Zes unica – ma anche sulla consapevolezza di vivere nella regione con più siti Unesco al mondo, con un’organizzazione delle presenze turistiche che sembra lasciata al caso e al caos.
I conti degli enti locali
Grande attenzione sarà rivolta naturalmente al salario minimo, al reddito universale e alle riforme che il governo regionale continua a non presentare: dai consorzi di bonifica, ai forestali, alle partecipate della regione. Per non parlare del tema dei comuni, completamente abbandonati ai loro problemi, in particolare, quelli con procedure di riequilibrio o di dissesto.
Governo in fase di stanca
Su questi aspetti sia il gruppo parlamentare del Pd in Ars, che i parlamentari nazionali, hanno incalzato con un’azione incisiva i governi regionali e nazionali rilanciando le proposte del partito su ogni tema. Il governo regionale, nello specifico, pur essendo all’inizio del suo mandato sembra sorprendentemente in una fase di lunga stanca. Infatti, non propone riforme degne di questo nome e le segreterie tecniche degli assessori regionali più che occuparsi di scrivere disegni di legge e circolari, sembrano impegnati a dirigere il traffico tra le clientele. Manca una visione e tutto sembra affidato all’improvvisazione e agli equilibri di potere a partire dal prossimo scontro sulle nomine della sanità. Tutto viene ridotto a prove muscolari nelle segrete stanze fuggendo la sede del confronto istituzionale, che è l’Ars.
Schifani fugge dall’Aula
A nostro giudizio è questo il vulnus maggiore del governatore: fuggire il parlamento, nonostante Schifani sia uno dei 70 deputati (è pagato anche per essere presente in aula, se è vero che la diaria serve proprio per assicurare la presenza in parlamento). Assenza assordante, come mai accaduto nella storia dell’Assemblea. Gli osservatori più attenti non ricordano un governatore con così assente in aula e una proposta politica cosi povera: si va avanti a forza di leggi mancia, di “collegati” o promesse di “collegati”. Discutibilissima, altresì, anche la gestione delle commissioni permanenti (tutte presiedute da deputati di maggioranza) con lavori parlamentari che durano appena un giorno e mezzo la settimana (quando va bene). Ecco perché, come già richiesto più volte a Sala d’Ercole dal nostro gruppo parlamentare, il Pd pretende che il governatore venga in aula: non solo per riferire sui disastri dell’emergenza incendi o sulle infinite liste d’attesa della sanità siciliana ma anche per esercitare il suo ruolo di capo del governo pur nel confronto democratico con le opposizioni.
Presidente attraversi la strada e venga all’Ars
In fondo al Presidente Schifani chiediamo solo di attraversare la strada, poche decine di metri che separano Palazzo d’Orleans da Sala d’Ercole. Non lo deve soltanto all’Ars e a quello che rappresenta, ma lo deve soprattutto alle siciliane e ai siciliani che lo hanno eletto.