02 Agosto 2022, 16:04
3 min di lettura
“Un ragazzo onesto, sorridente e amato da tutti, che amava la vita”. Viene descritto così Vincenzo Cancemi, il 41enne pachinese trovato morto il 28 aprile scorso in contrada Lettiera a Marzamemi, borgata marinara del Siracusano. Il ragazzo, secondo una prima ricostruzione si sarebbe tolto la vita, ma i familiari, sin dall’inizio, non hanno mai creduto alla tesi del suicidio. Da quel giorno chiedono la verità, vogliono che si faccia luce su quanto accaduto al giovane tecnico elettrico che si occupava di riparazione e manutenzione.
La salma si trova ancora nella cella frigorifera del cimitero di Pachino e ciò che la famiglia chiede con forza è che venga effettuata l’autopsia: “Non vogliamo accusare nessuno – dicono – ma dobbiamo sapere cosa è successo veramente. Vincenzo non si sarebbe mai ucciso, i dubbi sono tantissimi e noi stessi abbiamo raccolto elementi che abbiamo la necessità di chiarire. Soltanto l’esame autoptico potrebbe dirci quello che è davvero successo”.
La morte del giovane si tinge così di giallo. Trovato senza vita sotto un albero, nella proprietà in cui si trova la villetta della famiglia, avrebbe riportato una grossa ferita alla fronte: “Abbiamo dubbi anche su questo – dicono le sorelle del 41enne, Giusy e Francesca -. Come si è procurato quel taglio profondo? Perché da tre mesi non viene accettata la nostra richiesta, che potrebbe finalmente dare giustizia a Vincenzo? Abbiamo fiducia negli inquirenti, per questo chiediamo a gran voce che l’esame sia eseguito quanto prima, bisogna fare chiarezza”.
Un appello che ha cercato di coinvolgere tutto il paese in cui il 41enne viveva, con manifestazioni e sit-in: “Tutti conoscevano nostro fratello – raccontano – aveva tantissimi clienti, il suo lavoro da tecnico riparatore lo portava a conoscere tanta gente. E non poteva, né doveva fare questa fine. Quel giorno stesso – spiegano – aveva l’appuntamento con tre persone, era andato ad acquistare anche del materiale per effettuare gli interventi. Una persona intenzionata a suicidarsi non si sarebbe comportata così. nostro fratello amava la vita e amava la sua famiglia, non si era lasciato abbattere nemmeno di fronte a una vicenda che aveva scatenato una sorta di terremoto nella nostra zona, quella del cosiddetto “sexygate””.
Le sorelle del 41enne si riferisce a una lettera diffamatoria in cui si parlava di una una serie di rapporti extraconiugali che avrebbero riguardato persone residenti a Pachino e a Portopalo. Tra questi ci sarebbe stato anche Vincenzo Cancemi. Un testo anonimo che aveva provocato una bufera nei due centri del Siracusano. I familiari ritengono inoltre particolarmente oscuri alcuni aspetti della vicenda. Punti su cui anche gli inquirenti stanno cercando di fare luce: l’albero sarebbe troppo basso per giustificare un’azione suicida, ma ad alimentare i sospetti ci sarebbe anche un video che mostrerebbe il ragazzo intento a suicidarsi.
Un elemento che avrebbe dovuto dare una mano a fare chiarezza, ma che in realtà farebbe crescere i dubbi, visto che durante il filmato si sentirebbe uno squillo, come se il cellulare utilizzato per il video non fosse quello della vittima. “E’ tutto poco chiaro – concludono i familiari – e la storia di Vincenzo non può concludersi così. Chiediamo ancora una volta che l’autopsia venga effettuata, presto partirà la nuova richiesta ufficiale. E’ la nostra unica speranza per non convivere per sempre con i dubbi”.
On line anche una petizione per raccogliere le firme, lanciata proprio dalla sorella: “Per la recente scomparsa e presunto suicidio di Vincenzo Cancemi, per i troppi dubbi sul tragico ritrovamento del corpo di Vincenzo disteso sotto un albero con una ferita alla testa – si legge – la famiglia chiede che sia disposta l’autopsia per fugare ogni dubbio sulla morte di un ragazzo onesto, sorridente e amato da tutti e potergli finalmente dare una degna sepoltura”.
Pubblicato il
02 Agosto 2022, 16:04