CATANIA – Un atto concreto perché il 25 novembre non sia solo una data sul calendario. Una mozione per intervenire – come possibile – sul fenomeno crescente della violenza contro le donne, di cui oggi si celebra la giornata.
Il consiglio comunale
Il Consiglio comunale di Catania, bel corso della seduta di ieri sera, ha approvato una mozione che intende impegnare l’amministrazione a farsi portavoce nei confronti del Governo per modificare le norme di legge sul femminicidio. Un lavoro corale, spinto dall’ottava commissione ai servizi sociali, presieduta da Sebastiano Anastasi che ha chiesto la collaborazione dell’avvocato Massimo Ferrante, presidente dell’associazione Difesa e Giustizia, per perfezionare il tutto.
“Siamo consapevoli di non avere alcun potere legislativo – commenta il consigliere comunale e capogruppo di Grande Catania, Sebi Anastasi – ma abbiamo comunque voluto esprimere la nostra posizione, coinvolgendo ufficialmente l’amministrazione per fare da pungolo nei confronti del Governo”.
La mozione
La mozione prevede la modifica di alcuni aspetti della normativa, tra cui la comunicazione obbligatoria alla persona offesa del numero di procedimento e del nome del Magistrato assegnatario del fascicolo, comunque entro e non oltre le ventiquattro ore dalla presentazione della denuncia, anche a mezzo dei Consigli degli Ordini degli Avvocati;
la presentazione della denuncia-querela a mezzo di Avvocato nominato in calce all’atto: comunicazione diretta a mezzo pec al difensore.
L’approvazione di nuove modalità di presentazione della richiesta di misura cautelare al Giudice per le Indagini Preliminari, attribuendo tale facoltà anche all’Avvocato difensore che, in ossequio ai poteri assegnati dal codice di procedura penale e dalle norme sulle Indagini Difensive, possa avanzare richiesta previo parere obbligatorio ma non vincolante al Pubblico Ministero titolare dell’indagine;
prevedere che, i soggetti gravemente indiziati per i delitti di cui sopra e comunque a cui sia stata applicata una misura cautelare non carceraria, vengano sottoposti, per un periodo da due mesi a un anno a sanzioni amministrative (sospensione della patente, della licenza di porto d’armi o divieto di conseguirla; sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli;sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario
Infine, la mozione prevede un percorso obbligatorio del presunto reo presso il Centro di Salute Mentale territorialmente competente.