Il fronte si allarga | In due pronti a parlare - Live Sicilia

Il fronte si allarga | In due pronti a parlare

L'inchiesta Grande Eventi entra nel vivo. E si rompe il silenzio. Un funzionario regionale e un imprenditore hanno chiesto di parlare in Procura. Sicuramente avranno qualcosa da dire.

Inchiesta Grandi Eventi
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La notizia è di quelle destinate a fare rumore. Potrebbe arrivare la conferma delle accuse. Oppure si potrebbe allargare il fronte investigativo. Di certo c’è che in due sono disposti a parlare. Chiedono di incontrare gli inquirenti che hanno messo sotto la lente di ingrandimento i Grandi eventi della Regione siciliana.

I nomi sono top secret. Blindati. Sono due persone che conoscono bene il settore. Il primo fa il funzionario all’assessorato regionale al Turismo. Si tratta del luogo simbolo dell’indagine. Sono stati. infatti, gli uffici di via Notarbartolo a bandire le gare che sarebbero state pilotate e truccate. Il secondo è un imprenditore. O meglio, un pubblicitario palermitano e organizzatore di eventi molto noto in città, capace di ideare campagne di successo nel mondo della comunicazione. Uno per cui il settore non ha segreti. O forse, ne nasconde fin troppi. Uno che potrebbe chiarire il meccanismo che, secondo i finanzieri del Nucleo speciale spesa pubblica e i magistrati della Procura, avrebbe consentito di turbare, forse a colpi di mazzette, le regolarità delle gare bandite dalla Regione.

Di certo, si rompe il silenzio. Finora l’unica voce era stata quella di Gioacchino Pasca, titolare della Artek, l’uomo che nel 2010 ha firmato l’esposto che ha dato il via alle indagini. Si è partiti dalla visita di Papa Benedetto XVI a Palermo e a catena si è risaliti a dodici eventi organizzati fra il 2010 e il 2011. Le maggiori aspettative si concentrano sulle possibili dichiarazioni del dipendente regionale che avrebbe notato qualcosa di strano fra le carte in assessorato. Qualcosa di poco chiaro che merita di essere raccontato agli investigatori. Investigatori che si muovo con grande cautela.

Il prossimo, e atteso passaggio, è la decisione del giudice per le indagini preliminari Giuliano Castiglia che nei prossimi giorni si dovrà pronunciare sul sequestro subito da Fausto Giacchetto, il project manager attorno a cui ruota l’indagine. I finanzieri hanno trovato seicento mila euro in contanti e gioielli in una cassetta di sicurezza nella disponibilità dell’imprenditore. E hanno pure recuperato nella cesta dei panni sporchi un hard disk di Giacchetto. L’analisi dei dati è già iniziata. Ci vorrà del tempo per studiare il contenuto dei files.


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