Identikit di una società in crisi - Live Sicilia

Identikit di una società in crisi

Chi sono i dipendenti Gesip, dove lavorano e quanto costano alle casse del Comune. Ritratto di una società destinata a chiudere il 31 dicembre.

I numeri della Gesip
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Sono circa 1800 e il loro destino, da un anno a questa parte, sembra legato a doppio filo a quello di Palermo. Parliamo dei lavoratori della Gesip, la società partecipata del comune di Palermo che da oggi non ha più un contratto di servizio e i cui dipendenti sono ufficialmente “in astensione dal lavoro e dalla retribuzione”.

Uno stop che sta già creando diversi disagi alla città, ancora memore dell’analoga situazione del giugno dello scorso anno. Ma allora le scuole erano già chiuse e i disagi furono ridotti, mentre questa volta si è alla vigilia dell’anno scolastico e soprattutto del rientro dalle ferie.

Ma che cos’è la Gesip? La Gestione servizi Impianti pubblici palermo spa nasce il 21 novembre del 2001, per mano dell’allora commissario straordinario del comune di Palermo Guglielmo Serio, che sostituisce il dimissionario Leoluca Orlando ormai lanciato verso le regionali poi vinte da Totò Cuffaro. Una scelta, quella di creare la Gesip, dettata soprattutto dall’esigenza di “piazzare” circa settemila lsu, lasciati in eredità proprio da Orlando, che vengono in parte assorbiti dalle società municipalizzate all’epoca esistenti e in parte convogliati in una nuova azienda, per l’appunto la Gesip. Ma nell’universo Gesip confluiscono anche i lavoratori provenienti da società in crisi e perfino i componenti delle categorie svantaggiate.

L’azienda vede la luce, però, grazie alla collaborazione con Italia Lavoro, agenzia del ministero del Welfare, che detiene il 51% della società che può godere così di particolari agevolazioni fiscali e contributive per lo start-up. 1500 i dipendenti, all’inizio, di cui 637 ex detenuti, oltre ad lsu, lavoratori in mobilità di aziende private cittadine e persone appartenenti a categorie svantaggiate. Ma il personale aumenta col passare del tempo: 355 nuove unità si aggiungono nel 2005 e altre 105 nel 2006, queste ultime poi confluite nella Gesip servizi, società satellite che si occupa del trasporto dei disabili e della Città dei ragazzi.

Un personale che raggiunge la cifra record di 1959 unità, che negli anni sono diminuite, grazie ai pensionamenti, fino alle quasi 1800 attuali. Lavoratori spalmati su vari servizi, tra cui la manutenzione del verde e la pulizia delle spiagge (come i parchi cittadini, piazza Magione, Case Rocca, la Favorita, il Foro Italico, la Zisa, gli svincoli autostradali e le rotonde); la pulizia e la custodia di 280 edifici comunali, tra cui asili nido, scuole materne, impianti sportivi, musei, palazzi storici, biblioteche e sottopassi; servizi cimiteriali dei Rotoli; canile municipale e settore manutenzione per asili nido e impianti sportivi. Oltre, ovviamente, agli amministrativi. La Gesip servizi, società satellite insieme alla Spo, impiega un centinaio di dipendenti.

Una pianta organica più volte rivista e ridisegnata, anche a causa degli intervenite del commissario Luisa Latella, che ha traghettato il Comune dalle dimissioni di Diego Cammarata al ritorno di Leoluca Orlando. L’ex prefetto di Vibo Valentia, infatti, pur di slegare l’azienda dalle sorti della città e soprattutto dei servizi essenziali che richiedono l’intervento delle autorità, aveva tolto alla società i servizi cimiteriali e il canile, ovvero quelli che contribuiscono, al loro stop, alla dichiarazioni dello stato di emergenza sanitaria. Una scelta dettata anche dalle direttive del governo romano, disposto a mandare soldi in Sicilia solo a precise condizioni. E la Latella, grazie alla sponda di Palazzo d’Orleans, aveva predisposto anche la riqualificazione dei lavoratori e l’assegnazioni di nuovi servizi (si parlava perfino di energie rinnovabil e assistenza agli anziani), progetti poi sfumati dall’elezioni del Professore. Orlando, infatti, non ha esitato a restituire tutti i servizi alla Gesip, così da legare il destino dei lavoratori a quello dell’intera città e potere, in questo modo, avere maggiore potere contrattuale nella Capitale.

Ma quanto costa la Gesip? La convenzione, nel 2001, ammontava a 49 milioni di euro. Una cifra “contenuta” grazie alle agevolazioni di Italia Lavoro che però, quando l’agenzia ha ceduto in toto le quote al Comune, sono venute meno facendo lievitare i costi. Basti pensare che nel 2006, anche a causa delle nuove assunzioni, il costo annuale dell’azienda è schizzato a 54 milioni arrivando a 58 nel 2010 e ai circa 70 attuali, nonostante il corrispettivo pagato dal Comune resti sempre lo stesso. La prima perdita di esercizio si ha nel 2006, quando l’anno si chiude con un rosso di 2,5 milioni che sono lievitati fino ad arrivare a 800mila euro al mese che erodono del tutto il capitale sociale. Ad oggi, il patrimonio negativo ammonta a-26 milioni di euro e il destino della società è ormai segnato: chiudere il 31 dicembre. O, visto come stanno andando le cose, anche prima.

 


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