Il senatore Marcello Dell'Utri avrebbe svolto un'attività di ''mediazione'' e si sarebbe posto quindi come ''specifico canale di collegamento'' tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi, al quale i boss avrebbero garantito ''protezione'' per sé e i suoi familiari. Ma non ci sono prove di un ''patto'' elettorale tra le cosche e Forza Italia, in seguito alla ''discesa in campo'' del Cavaliere. Sono queste, in estrema sintesi, le motivazioni (LEGGI QUI), depositate oggi, della sentenza con la quale il 29 giugno scorso la Corte d'Appello di Palermo, presieduta da Claudio Dell'Acqua, ha condannato a sette anni di reclusione Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il senatore Marcello Dell'Utri avrebbe svolto un'attività di ''mediazione'' e si sarebbe posto quindi come ''specifico canale di collegamento'' tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi, al quale i boss avrebbero garantito ''protezione'' per sé e i suoi familiari. Ma non ci sono prove di un ''patto'' elettorale tra le cosche e Forza Italia, in seguito alla ''discesa in campo'' del Cavaliere. Sono queste, in estrema sintesi, le motivazioni (LEGGI QUI), depositate oggi, della sentenza con la quale il 29 giugno scorso la Corte d'Appello di Palermo, presieduta da Claudio Dell'Acqua, ha condannato a sette anni di reclusione Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.