Civismo tattico e muscolare|Ecco dove sono finiti i partiti - Live Sicilia

Civismo tattico e muscolare|Ecco dove sono finiti i partiti

Strategie e tensioni Comune per Comune.

La grande politica scompare o si mimetizza, in questa compagna elettorale per le Amministrative. Dietro un civismo tattico, o muscolare, le classiche coalizioni centrodestra e centrosinistra (come registrato, del resto, da alcuni anni) si svuotano. Sul campo restano progetti di gestione della cosa pubblica con spesso in filigrana il solo collante della vittoria per poi andare a gestire risorse sempre più ridotte.

Grillini

Va in controtendenza il Movimento cinque stelle, che sul territorio etneo mette quasi ovunque il simbolo. Lontano dalla ipotesi di replicare sui territori la convergenza giallorossa, resa impraticabile anche dalla scelta strategica di presentare i nomi dei candidati sindaco in netto anticipo rispetto alle scadenza settembrina, l’M5s fa quadrato attorno a liste identitarie.

In mezzo c’è da segnalare l’esperimento di San Giovanni la Punta. Giusy Rannone sarà infatti sostenuta da due cartelli, quello ufficiale e una civica. Unico caso in provincia di Catania e tra i pochi nel resto dell’Isola. Una di quelle aperture, in ordine di tempo, arrivata prima che la piattaforma Rousseau sdoganasse la possibilità del mandato numero tre e delle alleanze anche con i partiti “tradizionali”. 

Intanto si palesa per la prima volta la scissione pentastellata dei mesi scorsi all’Ars: il movimento Attiva Sicilia di Angela Foti fa il suo esordio a Bronte e sfiderà sul campo gli ex compagni di avventura del M5s. 

I Dem

Rimaniamo nella città del pistacchio. Il simbolo del Partito democratico è presente soltanto da quelle parti. L’uscente Graziano Calanna (dem di rito barbagalliano) ha dalla sua parte anche il logo di Italia Viva. Qui il centrosinistra si presenta con una formula quasi “canonica”. Non è così invece nelle altre piazze in cui si voterà con il proporzionale, dove all’interno delle coalizioni dei candidati prossimi all’area progressista si trova tanto altro.

A Tremestieri, il sammartiniano Santi Rando (sindaco uscente) guida ben otto liste (una è addirittura Fratelli d’Italia) e tra i candidati c’è di tutto. Situazione simile a San Giovanni la Punta, anche lì il sindaco uscente Nino Bellia, che ha già incassato l’endorsement del ministro per il Sud, il pd Giuseppe Provenzano, sarà sostenuto da una grosse coalition (dieci civiche). 

Dove si vota con il maggioritario, per il centrosinistra, saltano gli schemi, ma non le certezze. Nel fortino pedarese, il segretario regionale del Pd, Antony Barbagallo, blinda il dem Alfio Cristaudo (sostenuto da un cartello eterogeneo) e che a sua volta sfiderà l’ex barbagalliano Antonio Fallica (divenuto di fatto candidato dei meloniani).

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A Trecastagni, invece, la pausa di riflessione dell’ex sindaco, il dem Giovanni Barbagallo, non permette all’area alternativa alla candidatura di Pippo Messina di viaggiare compatta. A Milo sarà invece sfida tra il sindaco uscente, Alfio Cosentino, benedetto dal Pd, e Giuseppe Messina, che ha dichiarato ufficialmente di essere sostenuto dal deputato regionale Luca Sammartino. 

Azzurri, blu e verdi

Centrodestra. A Bronte si fa vivo anche il simbolo di Forza Italia. A 81 anni di età, Pino Firrarello vuole tornare alla guida del palazzo comunale. Nella già citata Trecastagni, la coalizione si presenta con uno schema già pronto da almeno un anno. A Mascali, invece, i due sfidanti sono entrambi espressione del mondo azzurro.

L’altro partner del coalizione, FdI, non schiera invece alcun candidato sindaco. La vicenda di San Giovanni la Punta, con i relativi strappi, ha tenuto banco per mesi. Alla fine delle fiera, i meloniani (alcuni nel frattempo ex) sono sparsi su tre fronti: a sostegno dei due candidati del centrodestra (Santo Trovato e il leghista Seminerio) e di Nino Bellia (che incassa anche l’appoggio della sezione locale dei berluscones).  

Defezioni delle ultime ore. A Tremestieri è saltata la candidatura di Ketty Rapisarda Basile, già sindaca prima di Santi Rando. 

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