La giurista siciliana Ida Nicotra ha terminato il suo mandato all’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Livesicilia le ha chiesto un primo bilancio dell’attività dell’Authority.
Il primo Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ha da pochi giorni concluso il mandato. È il momento di tracciare un bilancio di anni molto intensi in cui Anac ha assunto una precisa fisionomia, definitivamente configurata come Autorità indipendente. Per Ocse, l’organizzazione internazionale per lo sviluppo economico, il sistema italiano di prevenzione della corruzione costituisce una best practice.
Un esempio da seguire
Il modello di contrasto ai fenomeni corruttivi messo a punto da Anac è divenuto un esempio da seguire a livello internazionale. Al fine di elaborare strategie condivise di contrasto alla corruzione l’Autorità è stata chiamata a presiedere la Rete delle Agenzie Anticorruzione, cui partecipano anche molti Stati dell’Unione Europea. I rapporti di Transparency international che misurano la c.d. percezione della corruzione registrano, degli ultimi anni, significativi passi avanti dell’Italia nella lotta alla illegalità. Anche le rilevazioni oggettive e scientificamente più attendibili per misurare i rischi effettivi di corruzione a livello territoriale dicono che le misure anticipatorie messe a punto per prevenire la corruzione cominciano a dare i frutti sperati.
Funzione pubblica svenduta
Ma non bisogna abbassare la guardia. L’autorità si è concentrata sullo studio di alcuni indicatori nel campo dei contratti pubblici, come il tasso delle procedure negoziate e degli affidamenti diretti, le varianti, gli sforamenti di tempi e costi nell’esecuzione delle opere. Alcune analisi confermano che il valore della tangente, negli ultimi anni, si è abbassato e desta particolare preoccupazione la circostanza che la funzione pubblica sia svenduta, a volte addirittura, per poche centinaia di euro.
Il Piano anticorruzione
Per parte sua, l’Anac ha impostato il rapporto con i principali interlocutori – amministrazioni e imprese – con il preciso scopo di supportarli nell’attuazione della normativa. Normativa, spesso, confusa, caotica, di difficile comprensione anche per “gli addetti ai lavori”. Sul piano delle iniziative l’Autorità ha lavorato sulla centralità del Piano anticorruzione come strumento organizzativo in grado di aiutare l’amministrazione ad ottimizzare i propri processi e creare un clima improntato alla buona e sana amministrazione. L’esperienza maturata è positiva e ci dice che la maggior parte delle pubbliche amministrazioni attua la prevenzione senza bisogno che intervenga la sanzione. L’Anac ha svolto una importante funzione di stimolo anche con riferimento alla trasparenza sul patrimonio informativo pubblico. Su questo fronte si è trattato di una vera rivoluzione culturale che ha portato all’affermazione della conoscibilità degli atti pubblici, pur nel necessario rispetto della protezione dei dati personali. Un cambio di mentalità che ha consentito al cittadino di esercitare il diritto alla conoscenza sul modo di esercizio delle funzioni istituzionali e delle risorse pubbliche. Tuttavia, il sistema della trasparenza potrà dirsi compiutamente realizzato solo attraverso un programma di digitalizzare gli uffici pubblici italiani.
Il lavoro sul versante dei contratti pubblici è risultato più complesso. L’Autorità, infatti, si è trovata a dover fare i conti con continui cambiamenti del quadro normativo. Il Codice del 2016 ha subito innumerevoli modifiche, senza, tuttavia, trovare una direzione univoca. Le semplificazioni aiutano amministrazioni e imprese ma l’incessante mutamento delle regole finisce per ingenerare confusione e incertezza tra gli operatori del settore.
L’emergenza Covid
Con la vigilanza collaborativa, l’Autorità anticorruzione non si è limitata a verificare la legittimità degli atti ma ha fornito suggerimenti per migliorare la qualità dei bandi di gara. Nell’ottica della leale collaborazione istituzionale, durante l’emergenza Covid, l’Anac ha incrementato l’attività per fornire un ulteriore supporto alle amministrazioni nella gestione della difficile crisi ancora in atto. A ciò si aggiungono, nel periodo Covid, le numerose attività per valutare le deroghe al codice dei contratti e i pareri resi in pochi giorni sulla congruità dei prezzi di forniture fondamentali come mascherine, ventilatori, guanti e camici. Anac ha anche esonerato stazioni appaltanti e imprese dal versamento del contributo in sede di gara per tutto il 2020, per un risparmio di circa 40 milioni di euro.
Alternativa alla repressione
L’Anac rappresenta una soluzione alternativa alla fase repressiva, perché prevenire è meglio che curare. Perché la nostra scommessa è stata quella di creare un distanziamento della società dalla corruzione, senza evocare un qualche tipo di vendetta sociale e dover sentire il tintinnio delle manette.
Per proseguire sulla strada tracciata, l’Autorità Nazionale Anticorruzione dovrà mantenere saldi i caratteri di indipendenza del Collegio, dell’imparzialità dell’azione, ma anche della concreta esperienza di coesione dimostrata in questi anni.