“La strada è stretta e il tempo delle polemiche e dalla bulimica ricerca ai titoloni e alle polemiche in questo momento storico, economico e sanitario per la pandemia in corso mette tutte le Istituzioni a uno stress test che non deve lasciare strascichi e divisioni di dubbi gusti. Si apra una linea chiara tra il Governo Nazionale, la Regione, i Liberi Consorzi e i Comuni in uno spirito scevro da rapporti gerarchici e direttive che non producono effetti benefici per i cittadini siciliani. Sulla finanziaria regionale ancora c’è molto da fare, soprattutto per i ristori per le categorie ampiamente piegate dalla prima ondata del coronavirus tra marzo e maggio”.
Roberto Di Mauro, vicepresidente vicario dell’Ars, invita il governatore Musumeci a “una sana collaborazione con tutto il Parlamento senza fughe in avanti per essere in un momento emergenziale garante e collaborativo con tutti i rappresentanti del popolo a prescindere da maggioranza e opposizione”, come si legge in un comunicato dell’esponente autonomista.
“L’altra problematica sanitaria che va di pari passo con quella economica e i segnali della piazza sono indicativi, per tutto ciò necessitano interventi netti sul potenziamento della rete ospedaliera e dei servizi a partire dai Covid Center e dal potenziamento dei posti letti della terapia intensiva e sub intensiva. Vorremmo capire se i 538 posti letto sono già operativi e se siamo pronti a tamponare la nuova ondata di contagiati al Covid 19.Con risposte nette e certe, prima che possa scattare la soglia di emergenza per eventuali ricoverati, numeri che purtroppo crescono vertiginosamente quotidie”.
Di Mauro parla anche del Recovery Fund e dei 20 miliardi a disposizione per i comuni e gli enti territoriali, “dopo che in Sicilia negli ultimi mesi circa 4 miliardi di euro e 76 mila posti di lavoro sono stati bruciati a causa del lockdown. Se queste provvidenze europee sono basilari per restringere la forchetta delle diseguaglianze territoriali, posso affermare con certezza che in Sicilia le sperequazioni sono anche provinciali. Tant’è che da agrigentino non posso che constatare ai ritardi sulla viabilità, sui servizi essenziali, dalla rete idrica colabrodo, dal dissesto idrogeologico tutte opere che devono essere completate”. In questo senso il vicepresidente dell’Ars invita il governo regionale a un confronto con l’Anci.