"La scuola si cura, non si chiude!": sit in di genitori, alunni e insegnanti - Live Sicilia

“La scuola si cura, non si chiude!”: sit in di genitori, alunni e insegnanti

L'appuntamento è per sabato dalle 11 in piazza Verdi

PALERMO – “L’educazione e la formazione sono beni di prima necessità cui dare priorità nella gestione di una pandemia. L’assenza della scuola, in presenza, ha gravi ripercussioni per tutti gli studenti di ogni ordine e grado: danni didattici, psicologici, sociali, non sono indennizzabili da alcun ristoro”.  Genitori, insegnanti e studenti di Palermo hanno organizzato il sit-in ‘La scuola si-cura, non si chiude! Scuola aperta”. L’appuntamento per sabato 16 gennaio dalle 11:00 alle ore 13:00 in Piazza Verdi per chiedere che le scuole siano riaperte.
 
Screening frequenti e generali nelle scuole e non attraverso i drive-in, una priorità di vaccinazione al personale scolastico, un piano di mobilità urbana con mezzi di trasporto dedicati agli studenti, una mappatura di luoghi possibili per l’educazione, alternativi agli spazi scolastici resi disponibili dalle amministrazioni e adeguati e una concertazione di ingressi scaglionati tra scuole, uffici pubblici e attività commerciali. Queste in estrema sintesi sono le richieste, rivolte al Governo regionale e alle amministrazioni locali, focalizzate in primo luogo su interventi di immediata e urgente esecuzione, oltre l’adozione di misure straordinarie.
 
A preoccupare è anche l’aumento della dispersione e dell’abbandono scolastico causato dalla DaD. “Non c’è Dpcm che possa togliere quello che la Costituzione garantisce: la scuola (aperta) a tutti – commenta il gruppo – la salute, come ricorda l’Oms è psicofisica e la relazione è vitale. Opporsi alla chiusura generalizzata non significa volere scuole aperte comunque. Significa adoperarsi per scuole più sicure, accettare chiusure mirate nel momento in cui ci fossero focolai e valorizzare gli istituti anche come luoghi di monitoraggio territoriale del contagio, unica rete in grado di raggiungere oltre 20 milioni di cittadini. Significa insegnare buone pratiche di convivenza e di reciproca responsabilità, trasmettendole ai giovani che saprebbero adottarle negli altri contesti in cui vivono”.
 
Dopo la pausa natalizia, soltanto studenti e studentesse di Toscana, Valle D’Aosta e Abruzzo sono rientrati in classe l’11 gennaio, molte le Regioni che hanno rinviato anche con scarso anticipo la ripresa delle lezioni in presenza. Poi, ancora più delicata è la situazione delle scuole secondarie chiuse da dieci mesi.


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