Sfida Tik Tok, morte cerebrale della bimba: 'Istigata al suicidio' - Live Sicilia

Sfida Tik Tok, morte cerebrale della bimba: ‘Istigata al suicidio’

Aperte due inchieste. La verità nel telefono della piccola

PALERMO – Dichiarata la morte cerebrale della bimba di 10 anni ricoverata all’Ospedale dei Bambini, di Palermo. I genitori hanno acconsentito all’espianto degli organi.

È il tragico epilogo quasi sicuramente di un folle gioco su “Tik-Tok’. La piccola è giunta in arresto cardiocircolatorio alle 21 di ieri sera in ospedale. I medici sono riusciti a rianimarla, ma le sue condizioni sono apparse subito disperate.

Trovata in bagno

A trovarla in bagno è stato il padre. la figlia aveva la cintura dell’accappatoio legata al collo in una estremità e all’appendiabiti nell’altra. Era cianotica. L’ipotesi più accreditata è che stesse partecipando al ‘black out challenge’, un folle ‘gioco’ che va di moda fra gli adolescenti, diffuso sui social e in particolare su ‘Tik Tok’.

La polizia ieri sera ha fermato uno zio della piccola che viaggiava in macchina a tutta velocità. Agli agenti ha detto subito che stava andando in ospedale.

“Istigazione al suicidio”

Che cosa sia accaduto in bagno va ricostruito nei dettagli. Ci sono due inchieste aperte. Una coordinata dal procuratore dei minori Massimo Russo e dal sostituto Paola Caltabellotta e l’altra dal procuratore aggiunto della Procura ordinaria Laura Vaccaro che coordina le indagini sui reati che coinvolgono le fasce deboli.

Se la bambina ha partecipato alla chat di Tik Tok, ora che è stata dichiarata la morte cerebrale, si ipotizza l’istigazione al suicidio. La regola della sfida in chat prevede, infatti, che vince chi riesce a resistere più a lungo con una corda al collo. È incredibile, ma è così.

Sfida mortale

La verità si conoscerà analizzando il telefonino della piccola. Per avere un profilo Tik-Tok devi avere almeno 16 anni. Una volta effettuata la registrazione si possono guardare i video di altri oppure partecipare una challenge (sfida) e quindi il video viene registrato. Il profilo può essere privato e quindi i video non sono pubblici, ma visibili solo agli “amici”.

Gli agenti della squadra mobile hanno posto sotto sequestro il telefonino. Da alcune testimonianze, frammentarie alla luce della tragicità degli eventi, è che la piccola già in precedenza avesse partecipato alla sfida che per lei è divenuta mortale.


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