Spot virali per parlare di dipendenze: il progetto all'istituto Fermi - Live Sicilia

Spot virali per parlare di dipendenze: il progetto all’istituto Fermi

Studenti e studentesse diventano attori, sceneggiatori e registi
L'INIZIATIVA
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CATANIA – Insegnare l’uso critico del web e dei social network, per sviluppare consapevolezza e capacità di discernimento. Serve anche a questo il progetto “Social Viral Spot Award 2.0”, giunto alla sua seconda edizione, realizzato dal Consorzio di cooperative sociali Il Nodo di Catania in collaborazione con l’istituto di istruzione superiore “E. Fermi – F. Eredia” del capoluogo etneo. Il prossimo 10 novembre, a partire dalle 10, nell’Aula magna del Fermi di via Passo Gravina 197, i ragazzi e le ragazze coinvolti nel progetto si troveranno a scuola per girare video social, di cui saranno attori, sceneggiatori e registi.

Il percorso pedagogico

“Social Viral Sport Award 2.0” è un progetto finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Antidroga. Alla base c’è l’idea che i giovani e le giovani debbano trovare attraente un percorso pedagogico. Per promuovere l’uso sano di internet e della tecnologia e, contemporaneamente, evitare che adolescenti possano accedere a siti pericolosi dove acquistare sostanze psicoattive, sono stati usati i social network. Cioè gli strumenti che ragazzi e ragazze usano più spesso e sui cui modellano la loro socialità.

Per 24 mesi (quelli della durata del progetto) oltre 500 tra studenti e studentesse dell’IIS “Fermi – Eredia” sono stati coinvolti in una fase preparatoria: grazie a loro sono stati individuati i meccanismi che rendono “appetibile” un contenuto sui social network. Che aumentano, cioè, la sua possibilità di diventare virale. Settanta di loro sono stati poi seguiti dall’équipe del consorzio Il Nodo nella creazione degli spot.

I primi sono già stati realizzati e sono stati condivisi sui canali TikTok e Instagram creati per l’occasione. In poco tempo sono stati raggiunti centinaia di follower, a dimostrazione dell’assunto fondamentale dell’idea: una campagna di sensibilizzazione che abbia come target i giovani deve parlare la loro lingua e, se possibile, essere fatta da loro.

Rinforzi positivi, anziché divieti

“Abbiamo cercato di fornire rinforzi positivi, più che divieti dogmatici”, spiega Gabriele Spina, responsabile del progetto per conto del Consorzio Il Nodo. “Abbiamo cercato, cioè, di promuovere il valore della vita, della salute e della socialità – prosegue – Senza demonizzare l’uso dei social, abbiamo lavorato sulla costruzione di esperienze comuni. Siamo partiti, cioè, dalla vita vissuta, per trovare modi per raccontarla online”.

I contenuti “civetta”

Tra gli spot ce ne sono alcuni che servono da contenuti “civetta”: sono demenziali, a volte nonsense, hanno il compito di agganciare l’utenza target dei social e costruire la curiosità che spinge a tornare sulla stessa pagina o profilo. Altri contenuti, invece, entrano più in profondità e si focalizzano sull’esperienza dei giovani nel loro spazio di relazione online. Infine, una terza categoria di spot racconta la campagna di sensibilizzazione in modo più esplicitamente narrativo.

Oltre allo staff psicopedagogico che ha lavorato sugli aspetti contenutistici del progetto, sono stati coinvolti anche pluripremiati professionisti del cinema e del teatro: il documentarista Mauro Maugeri, il direttore della fotografia Premananda Franceschini, e il drammaturgo Orazio Condorelli.


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