Le parole di Avola irrompono al processo Borsellino, scontro accusa-difesa

Le frasi di Avola irrompono al processo Borsellino, scontro accusa-difesa

Duro botta e risposta
CALTANISSETTA
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PALERMO – Si è aperta con uno scontro in aula, sulle dichiarazioni rese in tv dall mafioso Maurizio Avola, l’udienza sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio in corso a Caltanissetta. L’avvocato Giuseppe Seminara, che difende uno dei poliziotti imputati, ha parlato di “mancanza di rispetto”, invitando la procura a depositare sia le dichiarazioni di Avola sia le eventuali attività di riscontro. “Parole come mancato rispetto del tribunale le rimando al mittente – ha detto il procuratore aggiunto Gabriele Paci – è la prima volta che mi capita qualcosa del genere in tanti anni di lavoro. Queste sono offese nei confronti della Procura”.

Posizione che è stata condivisa dal presidente del collegio Francesco D’Arrigo. “Il tribunale non intende entrare nel merito di questa vicenda – ha detto il presidente – perché valuta solo elementi che riguardano il processo. Se il procuratore avesse avuto elementi da portare in quest’aula lo avrebbe fatto”. Avola, mercoledì scorso, nel corso di una trasmissione de La 7 aveva raccontato di aver partecipato alla strage. La Procura di Caltanissetta, ieri, con una nota ha smentito le rivelazioni del mafioso che, nei mesi scorsi, è stato interrogato dai pm. I magistrati hanno cercato riscontri alle dichiarazioni e al termine degli accertamenti hanno concluso per la loro inattendibilità. Al processo sono imputati tre poliziotti accusati di aver costruito a tavolino tre pentiti costringendoli a dare una falsa ricostruzione dell’attentato.

“Invece di pubblicare un comunicato stampa nel quale si ammette di aver escusso Avola nel 2020 e di aver effettuato attività di riscontro negativo, contestando le contraddizioni nelle dichiarazioni dello stesso, la Procura avrebbe potuto depositare questi atti nel procedimento in corso e metterli a conoscenza delle parti – dice Giuseppe Seminara, legale di Fabrizio Mattei, uno dei poliziotti imputati per il depistaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio. Il deposito di tali atti sarebbe potuto avvenire anche nella presente udienza nel procedimento in corso innanzi il Tribunale di Caltanissetta e soltanto dopo, per evidenti ragioni, comunicate alla stampa le attività di indagine svolte .
Infine la difesa ha chiesto di produrre il comunicato stampa per sollecitare il deposito degli atti e per eventuali richieste istruttorie”.


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