Vaccini unica arma contro il Covid e attenti alla partita dell'Italia

Vaccini, “convincere gli indecisi e attenzione alla partita dell’Italia”

Le parole di Anna Teresa Palamara, responsabile del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità

MILANO – Massima attenzione oggi, per non vanificare gli sforzi domani. I dati del Covid non sono tranquillizzanti e l’unica arma di difesa sono i vaccini. Ecco perché secondo gli esperti, bisogna convincere gli indecisi e non abbassare la guardia. Anche momenti di festa e condivisione come la finale dell’Italia agli Europei di calcio possono rappresentare un pericolo.

“Di fatto la curva dei contagi mostra segnali di inversione di tendenza e questo non ci rende tranquilli perché si rischia di vanificare gli sforzi fatti per la riconquista della piena normalità delle nostre vite. Cosa che tutti vogliamo fortemente”. Lo ha spiegato Anna Teresa Palamara, responsabile del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto
superiore di sanità, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, parlando della crescita dei contagi in Italia.

“E bisogna essere molto attenti a evitare che gli appuntamenti organizzati per la finale di Wembley non diventino
occasione di trasmissione del virus – ha aggiunto – Assembramenti davanti ai maxi schermi e riunioni a casa con
amici in momenti di euforia potrebbero rivelarsi pericolosi”.

Secondo la responsabile del Dipartimento malattie infettive dell’Iss “se non vogliamo perdere il vantaggio guadagnato in questi mesi sul virus, dobbiamo convincere le persone a vaccinarsi e a continuare a tenere i comportamenti corretti che abbiamo metabolizzato e devono restare un patrimonio – ha proseguito – i numeri parlano chiaro e non lasciano spazio agli increduli. In Italia il 75,9% dei positivi non è stato vaccinato, il 16,6 ha ricevuto una sola dose e solo il 7% due dosi di vaccino. Ma se guardiamo alle persone ricoverate in terapia intensiva, ne abbiamo 80 tra i non vaccinati, 10 tra i vaccinati con una sola dose, solo 4 pazienti (3 dei quali hanno più di 80 anni), nel gruppo dei vaccinati con due dosi”.

“Chi si vaccina è quasi del tutto protetto dall’infezione e dalle sue conseguenze gravi”, ha concluso.


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