PALERMO – la stazione di posta della cocaina, che arrivava dalla Calabria, era un box. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo ci sono arrivati nel 2020 seguendo Giovanni Caruso, braccio destro di Giuseppe Calvaruso, boss e presunto reggente del mandamento di Pagliarelli. Ieri sono stati entrambi raggiunti da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il 18 agosto del 2019, poco dopo le 16:30, Caruso è in macchina con Fabio Santangelo, pluripregiudicato per diversi reati fra cui alcuni in materia di stupefacenti. “È qua?”, chiede Santangelo, davanti al civico 148 di via Ernesto Basile. La sua posizione viene localizzata dai carabinieri nella strada di fronte all’università.
Silenzio. Poi il rumore di una saracinesca che viene aperta. Un anno dopo, il 23 giugno 2020, i militari individuano il condominio e il garage. Lo aprono con il flex e trovano quasi 2 chili di cocaina oltre al materiale per il taglio e il confezionamento. Poche ore dopo arrestano Francesco Duecento.
Prima e dopo i carabinieri monitorano le tensioni e le paure di chi teme di essere stato scoperto. Caruso e gli altri indagati non immaginano di essere pedinati. I carabinieri, invece, sono piazzati ovunque, in abiti civili. Fingono di essere cittadini comuni, operai, massaie che fanno la spesa in una zona trafficata. Insomma, sono li cricondano.
Tutto inizia la sera prima. Alle 22:44 Angelo Costa e Francesco Duecento si danno appuntamento. Duecento prima è passato a casa di Caruso, in via D’Angelo. Vanno al box, ci restano pochi minuti. All’indomani, subito dopo pranzo, Duecento sfreccia contromano in via Ernesto Basile in sella a un Piaggio Liberty. Ancora una volta la destinazione è il garage.
Secondo i carabinieri, la sera prima ha nascosto una partita di droga e all’indomani è andato a prelevarla per consegnarla ai pusher. I militari decidono di intervenire. Duecento forza il posto di blocco e scappa nella zona dell’università. Il condominio viene messo in sicurezza.
Si scatena il panico. “Attummulliamo”, dice nel frattempo Caruso. Che torna a casa dalla moglie: “Dammi sti piccioli”. I carabinieri aprono il garage e trovano la droga. Poco dopo arrestano Duecento